In Piemonte la Lega fa escludere i sexy shop dal Bonus da 1.500 euro che sarà erogato ai piccoli commercianti con il Riparti Piemonte. Il voto questa mattina, in apertura della terza giornata di lavori dell’Aula virtuale del Consiglio regionale, che con il contingentamento dei tempi dovrebbe portare al via libera del provvedimento entro oggi.
Il centrodestra approvato un sub-emendamento del capogruppo leghista Alberto Preioni, che interviene su un emendamento del presidente della I Commissione Paolo Bongioanni (Fdi), eliminando “il commercio al dettaglio di articoli per adulti” dalle categorie beneficiarie del contributo. In Piemonte si tratta di 33 esercizi.
“Questa esclusione – ha commentato il capogruppo Luv Marco Grimaldi, che da ieri chiedeva di non cancellare i sexy shop dal provvedimento – ci fa sorridere. Ci tengo a ribadire che quei pochi negozi pagano le tasse in Piemonte, come chi vende toma, sugheri o santini. Se restassero aperti, Preioni non sarebbe costretto ad andarci, e noi avremmo dato una mano a qualcuno”.
La polemica era cominciata ieri. Molti piccoli commercianti e artigiani, in un primo tempo esclusi dai benefici per una svista, erano stati reinseriti su sollecitazione delle opposizioni. Formalmente però l’estensione del Bonus è stata fatta per mezzo di un emendamento del centrodestra, a prima firma del presidente della I Commissione.
Fra i cosiddetti Codici Ateco che indicano le diverse categorie, figurava anche quello relativo ai sexy shop. Quando la maggioranza se n’è resa conto, Preioni è intervenuto per ottenerne la cancellazione. Prima dell’avvio della seduta lo stesso Preioni aveva invece ritirato l’emendamento da 7 milioni che aveva fatto chiudere fra le polemiche la seduta pomeridiana di ieri, in quanto presentato in regime di contingentamento, che per una prassi consolidata di Palazzo Lascaris non prevede la possibilità di emendare i testi quando sia stato imposto il contingentamento dei tempi.