Secondo i dati dell’economista Mauro Zangola, ex responsabile dell’Ufficio Studi dell’Unione Industriale, che ha calcolato le conseguenze del lockdown emergenza Coronavirus, partendo dall’indagine dell’Istat sulla contrazione del valore aggiunto prevista a livello nazionale e adattandola al Piemonte, il numero degli occupati che il Piemonte rischia di perdere a causa del Coronavirus va da quasi 35.000 a oltre 80.000, a seconda se la chiusura delle attività produttive sarà solo nei mesi di marzo e aprile o si estenderà fino a giugno.
I numeri non tengono conto del peso dei precari che nei settori più colpiti (ristorazione, turismo) è pari all’80%. Nel primo scenario (le chiusure terminano ad aprile) la perdita di valore aggiunto è pari a poco più di 2 miliardi di euro, il 2% del totale.
Gli occupati coinvolti sono 34.700, concentrati per quasi due terzi nel comparto ‘alloggio e ristorazione’ (10.500 ) e nel commercio e trasporti (9.200). Riduzioni più contenute nell’industria (5.700) e nei servizi di mercato (4.200).
Nel secondo scenario (chiusure fino a giugno) la perdita di valore aggiunto sfiora i 5 miliardi e gli occupati coinvolti salgono a 80.200. Anche in questo caso le maggiori contrazioni sono previste nel settore del commercio e dei trasporti (23.000) e dell’alloggio e ristorazione (22.300), ma assumono dimensioni rilevanti anche nei servizi di mercato (10.100) e alla persona (5.100).
I comparti più colpiti (commercio, alloggio, ristorazione e trasporti) danno lavoro a 400.000 addetti, poco meno di un quarto dell’occupazione complessiva. Nel terzo trimestre 2019 hanno assunto 135.000 persone, l’85% con contratti a tempo determinato