di Moreno D’Angelo
Le nostre città restano soffocate dallo smog della auto (spesso molto vecchie..) mentre in gran parte del resto d’Europa sulla nuova mobilità sostenibile si sono fatti passi enormi per un futuro ecologico molto diverso dal quadro attuale con l’obiettivo dichiarato della marginalità dell’uso dell’auto privata che, oltre ai problemi di traffico, comporta inquinamento dell’aria e infiniti costi.
Le nuove tendenze sono basate su percorsi di intermodalità che consentono al cittadino di muoversi agevolmente, usufruendo di diversi mezzi di trasporto, dimenticando l’auto, questo attraverso l’integrazione di un rete di vari sistemi di trasporto. Le costanti di questo processo ormai consolidato puntano sul potenziamento di trasporto pubblico, piste ciclabili e mezzi di trasporto in condivisione, anche ricorrendo a internet. La cosa sorprendente è che questo fenomeno si è affermato concretamente spesso in realtà in cui il clima non è certo quello che abbiamo in Italia. Paese dove ancora per ancora molti l’idea di potersi muovere senza un auto di proprietà è quasi fantascienza. Le testimonianze sotto elencate dimostrano che le alternative alle code di auto che affollano i nostri centri sono possibili e realizzabili subito anche in città di grandi dimensioni. Vediamo alcune realtà che si sono imposte come città regine della nuova mobilità urbana
È la Finlandia il primo paese a aver messo in programma entro il 2025 l’eliminazione dell’auto privata. Questo con un discorso di drastiche scelte politiche orientate sulla mobilità sostenibile. Con adeguati supporti informatici il cittadino di Helsinki potrà sapere tutto su come spostarsi conoscendo nei dettagli, con un tasto del suo cellulare, orari, percorsi e costi dei vari servizi a disposizione.
Anche a Amburgo, una delle città più grandi della Germania si è pianificata la fine delle auto private in città entro venti anni. Le scelte di mobilità “dolce” e sicura si sta già attuando nella vasta cintura verde della città percorribile soltanto in bicicletta (vi sono piste ciclabili per 1700 km) o a piedi e attraverso provvedimenti che fanno si che in quasi metà della rete stradale è imposto il limite di trenta km all’ora. Tale limite di velocità e scelte di mobilità sostenibile sono anche presenti nelle aree residenziali di città come Ginevra dove l’uso della bici è particolarmente diffuso. Un altro aspetto della mobilità dolce è legato a un consistente aumento delle fermate dei mezzi pubblici.
Molto significativo è quanto avviene in Norvegia. In questo paese, produttore di petrolio, si registra un boom di vendite di auto elettriche favorito da consistenti agevolazioni fiscali e facilitazioni nella loro circolazione urbana, con un supporto di servizi adeguati grazie a una rete di oltre 4000 colonnine di ricarica.
In Svezia, uno degli stati europei più ecologici in assoluto, le abitazioni sono realmente “green” (non solo per gli ecocertificati) su base complessiva partendo dai sistemi di riscaldamento, di riciclo dei rifiuti e ovviamente nelle reti di mobilità connesse, con sistemi efficaci per ridurre emissioni inquinanti e rumori. In questa realtà è da segnalare la presenza di semafori intelligenti che danno sempre la precedenza ai ciclisti con centinaia di chilometri di piste ciclabili anche in centri relativamente piccoli. Ovviamente tutti i bus sono con motori a bassissimo impatto ambientale.
Nel mondo della nuova mobilità la capitale della bicicletta è certamente Copenaghen insieme ai vicini olandesi. Nella città della sirenetta il bike sharing esisete dalla metà degli anni novanta. Qui ormai i parcheggi per le due ruote hanno preso il posto delle auto e metà della popolazione va al lavoro in bicicletta. Esistono anche vere e proprie autostrade per le due ruote sempre affollate da ciclisti.
A due passi dall’Italia, a Lubjana in Slovenia, il piano di mobilità sostenibile prevede un consistente aumento delle piste ciclabili, già quintuplicate, mentre si punta a incrementare ulteriormente l’utilizzo dei mezzi