Se qualcuno si aspettava sorprese o addirittura ribaltoni dalla direzione provinciale del Partito Democratico di Torino, dopo la riunione di questa sera torna a casa deluso. Già, perché alla fine nessuno si è fatto male e la segreteria targata Mimmo Carretta regge senza traballare. Piuttosto è la linea comune che continua a mancare, anche perché c’è chi invece di pensare a trovarla continua ad intestardissi sulle posizioni da corrente. Vero: il Pd piuttosto che rimboccarsi le maniche e lavorare per le amministrative del 2021, continua a dividersi sul concetto di partito aperto. E il tema delle alleanze resta il punto principale. Su una cosa sono tutti d’accordo: il Pd non è autosufficiente. Lo dice il segretario metropolitano Mimmo Carretta e lo sostiene anche il documento presentato da Nadia Conticelli, prima firmataria, Enzo Lavolta, Andrea Giorgis, Stefano Lepri, Anna Rossomando, Davide Gariglio e altre firme. E le strade si dividono qui: per sopperire alla mancanza di autosufficienza se Carretta vede come fumo negli occhi una presunta alleanza modello governo con il Movimento Cinque Stelle lo stesso non si può dire per l’altra anima del Pd torinese.
«L’ambiguità danneggia, bisogna essere chiari su chi saranno i compagni di viaggio, su chi si intende combattere e con quali idee. – ribadisce nella sua relazione il segretario metropolitano Carretta – Dobbiamo individuare certamente un modello vincente da seguire ma indicandone il perimetro.Proviamo a fare di più -incita il segretario- che arginare la destra, costruiamo un modello di spazio aperto con umiltà e credibilità. È chiaro che dobbiamo aprire e dialogare con pezzi importanti della città, con quelle pulsioni nate dalle piazze ma al di là della retorica, perché la retorica antipartito non giova a nessuno. Ho l’ambizione di costruire il modello Torino. Ce l’ho dal giorno in cui il Comune è stato preso d’assedio al grido onestà. Ho l’ossessione di aggregare e studiare gli strumenti per farlo. Un’operazione che necessita di tutti».
E Carretta ribadisce l’impossibilità di un accordo con i pentastellati sotto la Mole, un movimento e una giunta che hanno creato spaesamento nei torinesi, rendendo Torino un “non modello” fatto di promesse irrealizzabili e di fallimenti e appuntamenti mancati.
E Come si costruisce il percorso per individuare il sindaco? Secondo Carretta per prima cosa occorre avere le idee chiare con chi lo si costruisce quel percorso, contro chi e con quali idee. E, ad oggi oltre i Forum tematici organizzati dal PD, il luogo ideale per il confronto resta la Festa de l’Unità quest’anno anticipata a luglio.
In alternativa il documento integrativo presentato alla direzione parla di “necessità di promuovere un’ampia rappresentativa e solida alleanza per il futuro del governo cittadino e invita ad individuare un candidato sindaco capace in particolare di vera empatia“.
Il capogruppo in sala Rossa Stefano Lo Russo, citando un passaggio del documento, dichiara «sarò empatico: la modalità che abbiamo deciso di seguire è quella di parlare di meno e ascoltare di più. La fase di studio che stiamo portando avanti sarà la vera chiave di volta rispetto alla nostra proposta politica. Più che di società civile parlerei di innovazione politica, recuperiamo credibilità e disponibili ad essere aiutati ascoltando per riempire di contenuti che definiranno il perimetro delle alleanze. Chiedo uno sforzo di capire la responsabilità politica che abbiamo. Abbiamo perso alle scorse comunali, straperso le regionali nel 2019. Cerchiamo di nn perdere le comunali del 2021».