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venerdì, 6 Dicembre 2024

Il Pd di Martina riparte da Barriera di Milano

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Il Partito Democratico a guida Maurizio Martina è ripartito dai Laboratori di Barriera, a Torino. Da un’ex acciaieria, oggi punto di incontro di persone e culture nel cuore di un quartiere complicato. Da quella periferia tante volte evocata dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo. Il segretario dem, confermato sabato alla guida del partito dall’Assemblea nazionale, nel pomeriggio di ieri ha discusso di ricostruzione e futuro della sinistra, a partire dalla presentazione dell’ultimo libro di Gianni Cuperlo, “In viaggio. La sinistra verso nuove terre”. Con lui, oltre all’autore del libro, Andrea Giorgis, deputato dem torinese, e Francesca Chiavacci, da poco rieletta presidente nazionale Arci. Centinaia le persone presenti in sala.
A fare gli onori di casa, in apertura, Andrea Giorgis, giunto al secondo mandato parlamentare. «E’ necessario che il PD e la sinistra ritrovi al più presto le parole giuste, che torni ad analizzare davvero la realtà che ci circonda. Dobbiamo dire chiaramente alle persone ciò che noi riteniamo sia giusto e desiderabile» ha detto Giorgis. «Per quale modello di società e di Stato noi ci sentiamo impegnati a lavorare? Come riteniamo che debbano essere distribuiti i ruoli sociali e come pensiamo che sia giusto distribuire la ricchezza prodotta e il lavoro disponibile? Sono questi gli interrogativi cruciali ai quali dovremo rispondere, nei prossimi mesi, in maniera convincente. Citando il libro di Gianni Cuperlo ‘bisogna decidere cosa saremo e quale lingua ci distinguerà’. Dovremo metterci ‘in viaggio’, appunto; e con noi porteremo un bagaglio comunque prezioso, fatto dell’esperienza e della passione, ad esempio, di chi fa sì ogni giorno, con l’impegno sul territorio, nei circoli, che la nostra comunità sia ancora viva e capace di organizzarsi, di catalizzare le energie positive».
Chiavacci ha sottolineato la necessità della sinistra di aprirsi e coordinarsi in maniera efficace con la società civile e l’associazionismo: «Ci sarà bisogno, nel cammino che la sinistra dovrà intraprendere, anche di un recupero e di una valorizzazione della dimensione sentimentale, oltre che di quella più specificatamente programmatica. Il viaggio evocato da Cuperlo nel libro – vista la situazione attuale – rischia di trasformarsi in una traversata nel deserto; ma io sono convinta che con l’impegno e la passione possiamo fare in modo che non vada a finire così. Sarà un viaggio faticoso, ma se affrontato col giusto piglio si rivelerà proficuo, oltre che necessario».
«Non faccio promesse mirabolanti, ma dico con convinzione che ce la possiamo fare a costruire una proposta per il Paese, solida e credibile, alternativa a quella oggi al governo targata Lega-M5S. Una proposta che metta al centro un concetto di comunità basato sì sul riconoscimento e sulla garanzia dei diritti, ma anche su un impegno condiviso relativo ai doveri» ha invece precisato Maurizio Martina, soffermandosi poi sulla necessità di lavorare affinché «il PD torni ad essere percepito come soggetto ‘utile’ per il Paese». Poi, in riferimento al discorso di Matteo Renzi nell’Assemblea nazionale dem di sabato scorso: «E’ giusto che una comunità come la nostra riconosca ed esprima una leadership, ma questo non basta. Il lavoro che ci attende è molto più complesso, difficile e appassionante del mero riconoscimento di un capo».
L’ultimo a prendere la parola è stato Gianni Cuperlo: «La nostra sconfitta alle ultime elezioni, che ha avuto dimensioni mai viste nella storia della sinistra del nostro Paese, è stata causata da diversi fattori. Tra questi di certo ci sono i cambiamenti profondi che stanno caratterizzando l’Europa e il mondo, con l’avanzare diffuso di una destra nazionalista, arrivata al governo negli USA e in importanti Paesi europei. Il governo Lega-Cinque stelle rappresenta una novità pericolosa, capace di intercettare un ampio consenso perché combina politiche economiche e sociali apparentemente di sinistra, di tipo redistributivo, con politiche securitarie e sull’immigrazione di estrema destra. Ma noi non possiamo dire solo ‘questo è il governo più di destra della storia repubblicana’. Perché questo probabilmente è vero, ma dobbiamo riconoscere di avere una grande responsabilità che consiste nel non aver fatto nulla per evitare questa nefasta saldatura tra il Movimento cinque stelle e la Lega. Per ripartire, per cominciare a esplorare le nuove terre verso le quali la sinistra deve incamminarsi, sarà fondamentale, prima di tutto, tornare a interpretare davvero il mondo».

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