di Moreno d’Angelo
Il 5 novembre è la Giornata Regionale della Protezione Civile. Più che una festa si tratta di una grande occasione di sensibilizzazione. L’iniziativa, istituita dal Consiglio Regionale, assume una particolare valenza in questo momento in cui il centro Italia è colpito da una interminabile sequela di scosse sismiche.
Più che celebrare si intende rafforzare attraverso il diretto coinvolgimento nelle iniziative dei cittadini, specie i più giovani, come le operazioni di prevenzioni di e di soccorso necessitino della collaborazione della popolazione.
Le diverse iniziative in programma in ben 18 piazze piemontesi, per la campagna “Io non rischio” del Dipartimento nazionale della Protezione Civile, si sviluppano in esercitazioni, attività nelle scuole, incontri con la popolazione già in corso da settembre. Iniziative che vedranno il coinvolgimento diretto della popolazione nel campo della sicurezza, basate sulla prevenzione e soprattutto nell’autoprotezione, fondamentale prima salvaguardia in situazioni di emergenza. Insomma per diffondere la conoscenza del come comportarsi in situazioni di emergenza e pericolo.
L’articolato mondo della protezione civile piemontese è ora pienamente impegnato in centro Italia con numerosi volontari attraverso Associazioni Nazionali con unità cinofile, struttura protetta per l’infanzia, attività di sorveglianza, assistenza alla popolazione, e l’intervento diretto delle strutture regionali per le valutazioni di agibilità degli edifici. Un impegno e una professionalità ormai consolidata che ha ricevuto il plauso dell’Assessore Regionale alla Protezione Civile piemontese. Un impegno organizzato e coordinato che si basa sulla partecipazione di tanti volontari.
La Protezione Civile Italiana si organizzò nel nostro paese dopo le roventi polemiche per i ritardi e le improvvisazioni che caratterizzarono gli interventi dopo il terremoto in Irpinia nel novembre 1980. Ritardi e mancanza di coordinamento e professionalità che costarono molte morti evitabili. Questo nonostante un fiume di volontari che spontaneamente partivano e, non essendo coordinati ne preparati, diventavano un ulteriore problema nel problema. Ora le cose sono radicalmente cambiate e la protezione civile rappresenta un punto di forza che si è distinto anche in numerosi interventi all’estero.