Fino all’ultimo giorno è al lavoro nel suo ufficio di via Livorno 49 a Torino. Giancarlo Gonella dopo 14 anni da presidente di Legacoop Piemonte ha annunciato le sue dimissioni per lasciare spazio al rinnovamento generazionale della classe dirigente. Domani all’Environment Park di Torino la Direzione regionale voterà il suo successore.
Giancarlo Gonella, ultimo giorno da presidente di Legacoop Piemonte. Come lo sta vivendo?
Lo vivo con molta tranquillità. Ormai è tutto pronto per il nuovo presidente e mi fa piacere che sia andato tutto secondo le previsioni. Legacoop Piemonte ha dimostrato il clima di unità che c’è tra i vari settori concordando sul nome indicato dalla presidenza e accolto dalla direzione. Insomma, la compagine delle nostre cooperative si è dimostrata unita, cosa che non sempre accade facilmente.
Lei lascia la guida dell’associazione dopo ben 14 anni. Un bilancio di questa esperienza?
Da quando mi sono insediato nel 2006 ad oggi sono cambiate moltissime cose. Allora era l’anno delle Olimpiadi invernali di Torino che per il mondo delle cooperative ha rappresentato un’esperienza importante visto che quasi il 50 per cento delle opere e infrastrutture olimpiche sono state realizzare da cooperative.
Poco dopo però c’è stata la crisi economica che ha significato anche un brusco stop per il mondo dell’edilizia e delle infrastrutture, così come per molti altri settori in cui le nostre cooperative sono impegnate. Certo, Torino ha saputo reinventarsi attraverso il turismo e la cultura.
Però la recente emergenza sanitaria legata al Coronavirus ha messo in crisi anche questo settore…
Certo, il Covid e i provvedimenti legati al suo contenimento hanno rappresentato un duro colpo per il mondo economico e anche per quello cooperativo visto che il lungo stop a cui molte realtà sono state costrette. Di sicuro il turismo e la ristorazione, vitali per aree come le Langhe e il Roero, ma importanti anche per città come Torino.
Al momento è impossibile prevedere quali conseguenze avrà a lungo termine il lockdown della scorsa primavera. Di certo questa pandemia è avvenuta in una fase in cui l’economia era già sotto stress e i segnali di ripresa ancora troppo deboli. Ora gli accordi europei ci daranno la liquidità per dare una prima risposta alle difficoltà delle imprese, ma bisogna stare molto attenti a quello che accadrà.
Insomma, questo nuovo decennio è iniziato in modo inaspettato. Ma quali sono le prospettive e le sfide che il mondo cooperativo deve affrontare nei prossimi anni?
Beh, posso dire con soddisfazione che le nostre cooperative hanno retto bene alla sfida del Coronavirus. Penso a Novacoop per il settore della grande distribuzione: ha saputo mantenere i supermercati aperti con un’ottima gestione organizzativa, tutelando sia la salute dei clienti che dei lavorato a cui ha anche riconosciuto incentivi economici. Allo stesso modo le cooperative di servizi che operano con disabili e persone anziane, quindi in contesti di alto rischio, hanno fatto registrare numeri contenuti di contagi, segno della grande capacità professionale dei soci.
Sono questi i segni positivi da cui ripartire per il futuro e per un rilancio della competitività.
Ultima cosa, che consigli può dare al suo successore?
In questi anni da presidente di Legacoop Piemonte mi sono dato tre parole d’ordine che vorrei consigliare anche a chi prenderà il mio posto. Unità, perchè come ufficio di presidenza abbiamo lavorato in squadra con i vari settori.
Autonomia rispetto al mondo istituzionale e politico: un modo di essere che credo Legacoop debba mantenere come in tutti questi anni in cui ci siamo rapportati con giunte di orientamento diverso.
E attenzione al mercato intercooperativo: sviluppare il mercato tra imprese cooperative è importante. È un modo per il nostro sistema di autotutelarsi e crescere.