È innegabile che i partiti di sinistra attualmente al potere non si comportano più da tali, almeno non secondo la tradizione e l’appartenenza al termine “Sinistra”, ma è altrettanto vero che esiste una voglia di ricostruirsi anche attraverso quelle parole che da sempre appartenevano alla storia progressista del Paese.
Cosa è mancato allora? Non era tradizione della sinistra coniugare il dibattito politico con quello culturale e sociale del Paese? Da quanto questo non accade più?
E proprio l’importanza delle parole e questi interrogativi sono stati il filo conduttore dell’incontro organizzato dalla Fondazione Benvenuti in Italia presso il centro commensale Binaria a Torino, al quale hanno partecipato numerosi esponenti e militanti del Partito Democratico piemontese.
«O la politica e la sinistra sarà capace di trasformare il titolo di questo incontro in progetto o avrà fallito». Queste le prime parole di Davide Mattiello, responsabile della Scuola di Politica della Fondazione Benvenuti in Italia, che nel suo intervento rimarca come due semplici parole segnino la sostanziale differenza di approccio alla realtà della sinistra e della destra.
«La parola “ciascuno” rappresenta lo sguardo da sinistra verso il mondo, dove guardare alle esigenze di quel ciascuno vuol dire capacità di lotta, di cooperazione, di mutualità. “Ciascuno” è quello spazio in cui legalita’coincide con giustizia. La parola “qualcuno”corrisponde allo sguardo di destra verso il mondo».
«Parlare di futuro diventa oggi una necessità – ha dichiarato Mimmo Carretta, segretario metropolitano del Pd – Quello che si sta concretizzando attraverso l’incontro di questa mattina e’una cosa semplice ma necessaria. Stiamo individuando parole e concetti che ci aiutino a ritrovare la rotta e che fanno parte di un partito che vuole essere riformista».
E parla di “Spes”, il segretario metropolitano, l’ultima Dea, che come narra il mito del vaso di Pandora, è l’ultima risorsa per l’uomo. Quando tutti i mali contenuti nella giara all’apertura si erano dispersi nel mondo rimase, per volontà di Zeus, solo la Speranza come riparo consolatore per l’umanità.
«Un partito che si dica di sinistra deve rinvigorire quella che è una visione. Nell’ultimo periodo, abbiamo vivacchiato nel presente senza far scattare la scintilla, la scintilla delle idee e della speranza. Ci siamo invece limitati a scimmiottare chi andava davanti ai Caf, senza analizzare la rabbia sociale, ci siamo limitati a dare consigli sull’accoglienza degli immigrati senza interrogarci su come trasformare queste persone in risorse, militanti, quadri, sul modello di quanto riuscirono a fare i grandi partiti negli anni sessanta. Ci sono elementi su cui costruire le sfide per il futuro».
«Dobbiamo tornare alla normalità, cosa che non abbiamo fatto negli ultimi anni – ribadisce Carretta- Non possiamo solo essere quelli contro il populismo che è diretta conseguenza di una nostra mancanza, di un partito che ha perso il proprio ruolo. È possibile individuare soluzioni e ritrovare la rotta anche attraverso le parole che, se prese sul serio impegnano e riorganizzano un cammino”. Chiude con un appello Carretta, che dalla «fiaccolata del prossimo 24 aprile possa arrivare un segnale ancora più forte di indignazione con numerose bandiere di pace».
L’invito di Domenico Rossi, consigliere regionale Pd, è quello di non piegarsi all’ideologia dominante. «Non solo dobbiamo dirci che le ideologie non sono morte ma dobbiamo ribadire che oggi piu’che mai ne abbiamo bisogno, come fossero gli unici occhiali in grado di farci osservare la realta’. Senza di essa guardiamo solo con gli occhi di chi comanda», sostiene Rossi che chiude con una proposta al partito democratico: organizzare quanto prima un momento di confronto europeo delle sinistre, necessario perchè si tenga insieme il livello locale e quello internazionale rispetto a problemi da affrontare e soluzioni.
Tante ancora le questioni messe sul tavolo del confronto per il futuro, dal “patto generazionale” affrontato sia dal presidente dell’assemblea metropolitana Pd, Domenico Cerabona che da Ludovica Cioria, segretaria regionale Giovani Democratici che racconta di una «generazione schiacciata nella retorica e continuamente condannata al fallimento. Accomunata da un senso di impotenza e dalla consapevolezza di non essere presa sul serio».
E poi ancora, tra le parole chiave da recuperare, come ha evidenziato Raffaele Gallo, responsabile Enti Locali Pd, il “welfare” e i nuovi modelli in grado di farsi carico delle esigenze delle periferie, la “fiducia” , l’affidabilità” intesa come capacità di ascolto e di fornire risposte e la “responsabilita’ da cui occorre ripartire come ha ribadito Fabio Malagnino, dell’assemblea nazionale Pd.
Così commenta l’iniziativa il consigliere regionale Daniele Valle: «Ci siamo trovati a parlare di futuro e sinistra. Io ho seguito il cuore e sono finiti a parlare di api, perché credo siano un esempio. Forse non tutti sanno che nel loro piccolo grande mondo la disoccupazione è zero, ogni abitante ha da mangiare, gli attivi passano solo il 30% del loro tempo a lavorare e nel corso della vita tutti ricoprono tutti i ruoli e gli impegni, lasciando progressivamente e spontaneamente spazio alle nuove generazioni. Sembra un ragionamento un po’ strano, ma a pensarci ha molta più attinenza alla realtà di ciò che di solito sentiamo. Se la vita è metafora delle nostre storie, ciò che io auguro a noi per il futuro, è trovare l’equilibrio e la serenità delle api. A noi sta il compito di costruirlo».
Il prossimo appuntamento organizzato dalla Fondazione Benvenuti in Italia e dalla Scuola Politica è per il prossimo 12 maggio, sempre a Binaria con Anna Rossomando, vicepresidente del Senato e Mauro Salizzoni, candidato alle prossime elezioni comunali di Ivrea con il Pd e tra i nomi caldi del centrosinistra in vista delle Regionali del 2019.