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giovedì, 5 Dicembre 2024

Fallimento ex Embraco; Grimaldi (LUV) e Fornaro (LeU): “Una storia di ‘prenditori’ interessati solo ai soldi pubblici e lasciano per strada i lavoratori”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

“Il fallimento di Ventures Srl dichiarato oggi dal Tribunale di Torino è la sconfitta di un intero Paese, vittima di “prenditori” che sfruttano i lavoratori e la nostra storia e poi scappano senza lasciare tracce – è il commento di Federico Fornaro, capogruppo alla Camera di Liberi e Uguali e di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte.

“La vicenda che termina oggi con il fallimento di Ventures – commentano Fornaro e Grimaldi – prende le mosse dalla delocalizzazione della produzione da parte di Whirlpool dall’Italia alla Slovacchia, e dal successivo passaggio di consegne da parte della multinazionale che produce compressori per i frigoriferi della Whirlpool alla newco Ventures, formata da un gruppo israeliano, dalla famiglia Di Bari e da un terzo socio, un partner cinese mai comparso. I protagonisti negativi di questa bruttissima storia – proseguono Fornaro e Grimaldi – sono i ‘prenditori’, coloro i quali dietro a promesse di nuove linee produttive e nuovi mercati, ottengono incentivi per poi abbandonare la nave. In questo caso – proseguono Grimaldi e Fornaro – alle promesse della costruzione di nuove linee per la produzione di macchinari per la pulizia dei vetri dei grattacieli, non è seguito nulla: i soci della Ventures avrebbero invece non reinvestito buona parte dei 30 milioni di euro a disposizione per la reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri e hanno abbandonano i 400 dipendenti al loro destino, illudendo e sfruttando i lavoratori”.

“A questo punto – proseguono gli esponenti di Liberi e Uguali – occorre fare quadrato e percorrere tutte le strade possibili per tutelare i 400 dipendenti che si trovano nella situazione peggiore possibile: senza lavoro e senza la certezza di poter usufruire degli ammortizzatori per cessata attività. Tutta questa vicenda è un macigno per la nostra comunità, presa in giro da un gruppo di prenditori: ora Regione e Governo lavorino perché il sito produttivo di Riva di Chieri diventi un pezzo del grosso progetto di Green New Deal italiano. Siamo in possesso di lavoratori formati e di intelligenze utili per fare produzioni ad alta competitività, senza rincorrere la prima cordata imprenditoriale che passa”.

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