Dopo l’attacco notturno da parte del movimento No Tav al cantiere di Chiomonte non è ancora calata la tensione. E la mattina dopo sono i poliziotti a dire la loro. Ma non contro gli attivisti che si oppongono alla Torino-Lione, bensì contro il governo di Matteo Renzi.
Una polemiche che si unisce a quelle sollevate da parte di esponenti delle forze dell’ordine in tutta Italia, visto che è già stato minacciato lo sciopero generale se l’esecutivo non darà loro sicurezze sugli stipendi.
Così, in attesa che il premier dia una risposta i poliziotti di Chiomonte potrebbero incrociare le braccia. « A Torino è da luglio che abbiamo dichiarato lo stato di agitazione bloccando orari in deroga e reperibilità ma adesso andremo oltre» ha precisato Pietro Di Lorenzo, segretario provinciale del Siap, il principale sindacato di polizia, aggiungendo come «non esiteremo a mettere in pratica ogni forma di lotta per difendere la nostra dignità e pretendere il rispetto degli impegni assunti da chi ci governa».
«Il cantiere durerà molti anni ancora e noi invecchiamo senza prospettive, non è detto che saremo sempre in grado di difenderlo» ha concluso Di Lorenzo. Dunque, che il governo pronto a tutto pur di realizzare la Tav non sia scivolato su una buccia di banana da cui non sa rialzarsi?