Il primo a commentare il passaggio, in consiglio comunale di Torino, dalla maggioranza pentastellata al gruppo Misto da parte di Aldo Curatella è stato il segretario metropolitano e consigliere del Partito Democratico Mimmo Carretta, il quale non dimentica che la sindaca Appendino ha dichiarato che dopo l’estate sarà pronta a sciogliere i nodi sulla sua possibile candidatura ad un secondo mandato.
«Chiara Appendino continua a perdere pezzi – sottolinea Carretta – . La sua maggioranza è praticamente in frantumi. Una maggioranza – continua – inesistente ormai anche sui numeri. E intanto la Sindaca programma il rilancio della Città per il 2020. Altro che estate».
Il capogruppo del Partito Democratico Stefano Lo Russo parla di buona notizia: «Il passaggio al gruppo misto del consigliere Curatella è senz’altro una buona notizia. Auspichiamo che non sia l’ultimo e che si ponga fine quanto prima a questa lenta agonia in cui è piombata la Città».
«Torino ha urgente bisogno di un nuovo progetto, di un nuovo programma e di un’altra amministrazione. Si restituisca quindi, quanto prima, la parola ai cittadini torinesi. E Appendino, invece che cercare scappatoie e alchimie politiciste ammantate di alta strategia civica per nascondere i suoi vistosi insuccessi, si assuma le sue responsabilità in prima persona e fino in fondo».
«Le promesse – continua Lo Russo – fatte in campagna elettorale e tradite da Appendino e dal M5S sono innumerevoli a dimostrazione del fatto che l’assenza di vera progettualità e visione sommata ad una scarsa qualità media nel gruppo di governo della Città che lei ha selezionato, non solo hanno stufato la Città ma anche i tanti che in assoluta buona fede avevano riposto in lei e nel M5S una esigenza di cambiamento, per certi aspetti anche giustificata, e che poi sono stati sfacciatamente traditi immediatamente dopo le elezioni».
«Toccherà al centrosinistra dare una casa accogliente a tutti i torinesi che, delusi, hanno invece ancora voglia di credere al futuro di Torino attraverso un progetto forte, credibile, inclusivo e di prospettiva.
Un progetto che cercherà di evitare qualche errore del passato e a cui stiamo lavorando intensamente», conclude Lo Russo.
Fabio Versaci, consigliere pentastellato e già presidente della Sala Rossa si toglie più di un sassolino dalla scarpa: «I nostalgici del Movimento nato nel 2009, che a detta di molti non esiste più, si dimenticano sempre che quel Movimento diceva che quando non si è più d’accordo ci si dimette. È l’unico richiamo alla coerenza delle origini che viene sistematicamente dimenticato».
Il riferimento di Versaci è ad altre due dissidenti: Deborah Montalbano e Marina Pollicino, anche loro ancora grilline dichiararono che bisognava dimettersi, per poi passare al misto quando ci fu la rottura.
«Ma ormai ci siamo abituati a vedere persone passare al gruppo misto con il solito scopo di tenersi il posticino per dimostrare al mondo che esistono. Si dimenticano che come tutti noi, senza il movimento, la Sala Rossa l’avremmo potuta vedere solo in fotografia. Tutti statisti mancati», conclude Versaci.
La replica di Montalbano in un lungo post su Facebook: «Considerando che per me la coerenza in politica è fare ciò che si è detto e promesso ai cittadini e non tradire questi ultimi arrivando a falsificare ogni realtà,manipolare,spacciare per vittorie o straordinarie azioni le basilari attività di una amministrazione comunale,insomma essere fedeli al partito giocandosi si, così, la propria dignità, senza paura e con il coraggio di affrontare anche tutte le conseguenze che il Movimento mette in atto contro coloro che si, vogliono portare avanti una politica coerente e non una finta e falsa facciata. Vorrei quindi ricordare al politico Fabio Versaci che la Consigliera Montalbano non (lo ripeto) non aveva firmato l’ impegno etico né prima della sua elezione comunale né dopo.
La Consigliera Comunale non aveva nessun obbligo alle dimissioni, l’unico errore che ho fatto è stato quello di credere di fare parte di un gruppo politico che non fremeva per sostituirsi al potere e divenire il suo più disponibile interlocutore, ma che invece volesse davvero combattere le ingiustizie e cambiare le cose in questa città, un gruppo politico che non usasse le periferie e gli ultimi come merce di scambio.
La Consigliera Comunale proprio perché restò fedele a quegli impegni fu delegittimata e crocifissa».
Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega e assessore regionale spiega il perché ci sia la necessità a Torino di voltar pagina: «Forse Appendino aveva ragione: il 2020 sarà un anno di rilancio per Torino e lo sarà perché la sua Giunta andrà finalmente a casa – afferma Ricca -. Un altro consigliere grillino abbandona la maggioranza e lo fa perché non si riconosce nel progetto (ma sarebbe meglio dire nell’assenza di progetti) del sindaco. Ormai la maggioranza 5 Stelle non esiste più e Appendino ha il dovere di riconoscerlo e di fare un passo indietro per il bene di Torino e dei torinesi. Già quando i numeri erano a suo favore questa amministrazione non ha brillato per capacità, adesso ci aspetterebbe una situazione, se possibile, ancora più ingessata e claudicante».
Serena Imbesi, consigliera M5s e già vicepresidente in Consiglio, a Curatella dedica un post sui social: «Come tutti apprendo da Facebook del cambio di casacca del Consigliere Curatella.
Un post sensazionalistico come oggi si usa fare ma poi criticare lo stesso metodo, una serie opinioni personali spesso basate sul nulla considerato l’assidua assenza nei momenti di confronto e dibattito interno.
Del cambiamento del MoVimento si discute ogni giorno, di temi riguardanti la Città e i quartieri si discute ogni giorno, basterebbe preferire le riunioni di maggioranza o con i Consiglieri di Circoscrizione alle serate in pizzeria».
Il riferimento, neanche tanto velato, all’incontro tra Curatella e il leader dei Moderati Giacomo Portas avvenuto appunto in una pizzeria.
Continua Imbesi: «Basterebbe esserci stato nel ruolo di Consigliere invece di non rispondere non richiamare ed essere clamorosamente sempre assente. Non posso non ringraziarlo per il lavoro fatto fino a un anno fa, la collaborazione che ho ricevuto sui temi. Per tutti quelli che oggi, o nei prossimi giorni, scriveranno le loro opinioni sappiate che la politica molto spesso è fatta anche di rapporti umani veri e c’è chi ci crede fino all’ultimo e tende la mano e chi invece usa e sfrutta la bontà d’animo delle persone. Non parlo solo di me, parlo di un gruppo di persone che sono stati usati in campagna elettorale, che hanno sostenuto alcuni temi e sono stati scaricati con banalità o un post su Facebook. Da sempre fa più rumore un messaggio con una notizia bomba ai giornalisti che il lavoro quotidiano silenzioso e a testa bassa».
Andrea Russi usa poche parole, ma che colpiscono duro. Così saluta l’ormai ex “compagno” di movimento: «Ciao Cataldo. Ora che sei passato al gruppo misto, dove potrai portare la voce assordante delle ben 231 persone che ti hanno votato, insegna agli angeli i valori originari del M5S. Ma prima di tutto, cerca di ricordarli a te stesso: se non ci riuscissi ti aiuterò a rinfrescarti la memoria».
Anche per Cinzia Carlevaris, M5s, Curatella doveva fare un’altra scelta: «Curatella oggi ha cambiato casacca. E non si dimette. Non c’è niente di peggio di chi fa il contrario di quello che dice». Per Viviana Ferrero (M5s e vicepresidente del Consiglio comunale) Curatella «non era un politico, che ha spesso confuso ruolo tecnico con ruolo politico. Che non è mai stato un collega, neppure mi salutava quando mi incontrava. Per me la politica è empatia, raccogliere le istanze dei cittadini e stare tra i cittadini. Il suo attacco al Tavolo di progettazione civica la dice lunga su cosa sia per lui la partecipazione. Non mi mancherà. E mi aspetto la coerenza delle dimissioni».
Chiede le dimissioni pure lo staffista nonché social media manager della sindaca Chiara Appendino, Xavier Bellanca, che ironicamente afferma: «Sono certo che, proprio in virtù di quella fedeltà ai principi rivendicata, non ci penserà un attimo su e darà le dimissioni».
Toni più soft da Maura Paoli, la consigliera M5s spesso in disaccordo con i suoi negli ultimi anni: «Non biasimo Aldo per il passaggio al gruppo misto, quando molti valori crollano credo sia ridicolo rinfacciare il non rispetto di una regola che sì è fondante, ma che diventa un pretesto rispetto ad altro. Lo biasimo però perché chi lascia indebolisce chi, ogni giorno, cerca disperatamente di tenere il più possibile la barra dritta, spesso non riuscendo, o ottenendo solo impercettibili risultati, ma che testardamente cerca di portare avanti il lavoro affidato, fino alla fine».
«Ma basta con queste richieste di dimissioni. Dove sta la coerenza del M5S ormai? Tutti a chiedere coerenza in un posto dove non si conosce più il significato della parola», è un commento lasciato su Facebook da Daniela Albano, consigliere comunale M5S. «Dove erano – prosegue – tutti i “coerenti” quando un governo 5 stelle ha dato il via libera a Tap, Tav e Terzo Valico?»
«La giunta Appendino si affaccia al quarto anno di amministrazione in un clima di dissoluzione. Con l’uscita di Aldo Curatella, sono tre i consiglieri che hanno lasciato la maggioranza. E questo e’ un fatto di rilevanza politica sul quale il sindaco Appendino dovrà riferire in Consiglio comunale perché da oggi la sua maggioranza è sul filo del rasoio». Ad affermarlo, il capogruppo di Forza Italia, Osvaldo Napoli, che aggiunge: «L’uscita di Curatella, però, alza un velo inquietante su procedure e pratiche amministrative che esigono una risposta. Curatella afferma di aver lasciato il gruppo M5s perché quella forza politica portava avanti azioni ‘basate su personalismi, interessi personali o, peggio ancora, privati».
«Si tratta di accuse gravi all’indirizzo del M5S – prosegue Napoli – Curatella ha lanciato un sasso nello stagno grillino, molto meglio sarebbe se le sue accuse tanto gravi quanto vaghe fossero piu’ precise. Il sindaco Appendino fara’ bene a riferire in tempi stretti in Consiglio comunale e a chiarire la posizione della sua giunta rispetto alle accuse di Curatella».
«Appendino si dimetta per decenza. Il M5S con l’ennesima fuga di un consigliere comunale prenda atto che il loro progetto per la città è fallito», dichiarano Augusta Montaruli e Maurizio Marrone, parlamentare e consigliere regionale in Piemonte per Fratelli D’Italia.
«Torino – aggiungono – non merita di essere il terreno di scontro pentastellato. Ogni giorno assistiamo alle rocambolesche rese dei conti all’interno di una maggioranza dilaniata, ingessata, operosa solo nel litigio. Peggio ancora sono le dichiarazioni dei compagni pentastellati rimasti, tutti scontenti ma attaccatissimi alla poltrona. Ora Appendino può contare solo sul suo voto. Una maggioranza retta solo dal sindaco non è una maggioranza ma un disastro che tira a campare. Torino non può permettersi questo. Appendino rassegni le dimissioni».
LEGGI LE PAROLE DEL CAPOGRUPPO M5S VALENTINA SGANGA