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giovedì, 20 Marzo 2025

Coronavirus, Grimaldi (LUV): “Cassa integrazione in deroga ai lavoratori dello spettacolo esclusi dal Cura Italia”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

“Più di 200.000 lavoratori e lavoratrici intermittenti dello spettacolo sono esclusi dalle misure di sostegno del decreto ‘Cura Italia’. Dipendenti che hanno sempre versato i contributi per il Fondo di Integrazione Salariale, ma che non accedono all’indennità di 600 euro semplicemente perché il loro contratto è ‘a chiamata’ (figlio di quella aberrante proliferazione contrattuale a cui nessun governo ha ancora posto rimedio)” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

Infatti, all’art. 38 del DL 18/2020 “Cura Italia”, le indennità per i lavoratori dello spettacolo sono circoscritte a coloro che hanno lavorato almeno 30 giornate in gestione ex-Enpals e con un reddito inferiore a 50.000 euro nel 2019, ma che alla data del 17 marzo non devono avere un trattamento pensionistico né un rapporto di lavoro dipendente, cosa che invece il contratto a chiamata risulta essere, benché di fatto gli intermittenti a quella data fossero senza lavoro.

“Ancora peggio” – prosegue Grimaldi: – “siccome il contratto è in essere, anche se nei fatti il lavoro non c’è dal 23 febbraio scorso, data di chiusura di tutti i teatri e di annullamento di tutti i tour e gli eventi, questi dipendenti non hanno nemmeno accesso alla Naspi, né al FIS (il fondo di integrazione salariale dell’INPS), perché non è possibile calcolare l’importo di quanto è stato perso. Ecco perché, insieme a tutti i firmatari della petizione #nessunoescluso e alla Fondazione Centro Studi Doc che l’ha promossa, chiediamo al Presidente Cirio e alla Giunta, che hanno il potere di deciderlo, che questi lavoratori e lavoratrici abbiano accesso alla Cassa integrazione in deroga, misurando il lavoro perso in base allo storico dei 12 mesi precedenti. E ancora una volta, da domani bisognerà che tutto cambi”.

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