di G.Z.
É stato chiamato in causa dalla sindaca Chiara Appendino che nel presentare il piano di rientro per i debiti del Comune di Torino ha dato la colpa ai 30 anni di amministrazioni di centro sinistra. E così Sergio Chiamparino, attuale presidente della Regione Piemonte, ch l’ha preceduta sulla poltrona di Palazzo di città ha detto la sua.
«I trent’anni richiamati dalla sindaca di Torino, in cui si sarebbero generati squilibri finanziari strutturali, sono i trent’anni anni che hanno visto la trasformazione della città che conosciamo, e i cui effetti vorremmo continuare a vedere e a sviluppare, con le necessarie innovazioni. Dal piano regolatore Gregotti-Cagnardi, approvato ancora dalle giunte di pentapartito, alle progettazioni realizzate dalla giunta Castellani e alle realizzazioni delle giunte a guida mia e poi di Fassino».
Chiamparino ha poi ricordato un lungo elenco di infrastrutture e opere realizzate dalle giunte di centro sinistra che hanno cambiato il volto della città: «La prima e attuale unica linea di metropolitana funzionante a Torino; il Passante Ferroviario e la relativa copertura; il raddoppio del Politecnico; la riqualificazione del Quadrilatero romano e di larga parte dei mercati rionali della città; nuovi parcheggi, come Piazza Vittorio e Piazza San Carlo che hanno consentito la pedonalizzazione del centro storico con i benefici che tutti possono constatare e di cui tutti possono usufruire; abbiamo avviato il recupero delle Ogr; abbiamo riaperto musei che erano chiusi da tempo immemore, come Palazzo Madama; contribuito alla trasformazione di musei come il Museo Egizio e il Museo del Cinema; abbiamo aperto musei nuovi come il Mao; abbiamo realizzato il termovalorizzatore, senza il quale Torino forse avrebbe conosciuto qualche turbolenza dal punto di vista della gestione dei rifiuti».
Non manca anche il riferimento alle Olimpiadi invernali del 2006, svoltesi proprio quando Chiamparino era sindaco «che forse ha dato un certo contributo alla proiezione internazionale e alla crescita del turismo della nostra città. Oltretutto è probabile che senza questo massiccio impegno di risorse pubbliche, sarebbero stati be più pesanti gli effetti della crisi industriale che abbiamo subito, e da cui non siamo ancora completamente usciti.».
L’ex sindaco conclude la sua nota con una domanda rivolta all’ amministrazione Appendino: «Come ho sempre avuto modo di dire alle opposizioni di allora, chiedo anche alla sindaca di oggi e all’attuale maggioranza che governa la città, a quali di queste opere si sarebbe dovuto rinunziare per non generare “squilibri strutturali”».