“Il Reich di Adolf Hitler, fece ciò che andava fatto, a mio parere nel modo più idoneo”; “non sono manco adatti a farne sapone, perché si sa il nero non pulisce un cazzo … andrebbero fucilati, e il loro paese raso al suolo”.
Sono alcuni dei messaggi che si scambiavano nelle chat in cui si inneggiava al regime nazista e fascista e contro gli immigrati e le minoranze etniche ritrovate sui dispositivi elettronici di quattro torinesi indagati per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.
Nei loro confronti la Digos di Torino ha eseguito nella giornata di ieri delle perquisizioni durante le quali sono stati sequestrati oltre a materiale elettronico, indumenti, adesivi e manifesti con simbologie nazi-fascista. Nelle loro abitazioni sono stati trovati anche una carabina ad aria compressa e un machete. Mentre sul computer di uno è stato rinvenuto anche materiale pedopornografico.
L’operazione rientra nell’ambito dell’inchiesta della procura di Torino, coordinata dal pm Elisa Pazè, che già nell’inverno 2020 aveva portato a individuare altri due militanti dell’estrema destra che avevano postato sui loro profili Facebook contenuti nazisti, fascisti e antisemiti. Da qui la scoperta di chat su Telegram e Whatsapp in cui ci si scambiava materiali e commenti dal sapore nazifascista e antisemita, e di odio verso gli immigrati e partiti e movimenti di opposta ideologia.