Gli stivali neri e l’imponente soprabito rosso abbinati al cappello ciondolante creano, immediatamente, una potente immagine iconografica riferibile alla festa cristiana del Natale e al suo protagonista indiscusso: Babbo Natale. La figura di quest’ultimo, nella società odierna, conosciuta nei Paesi anglofoni come Santa Claus, deriva sostanzialmente da San Nicola, vescovo greco di Myra (oggi Demre) che visse durante la dissoluzione dell’Impero romano e la nascita del c.d. Impero bizantino.
Ripercorrendo brevemente i punti salienti dell’evoluzione storica sull’iconografia del noto rubizzo barbuto signore in rosso con il berretto di Natale, passando per la rappresentazione moderna, comunemente (ma erroneamente) attribuita alle illustrazioni pubblicitarie della Coca-Cola, e arrivando fino al recente progetto intitolato ‘Santa Classics’ dell’eccentrico fotografo Ed Wheeler; si può affermare, senza ombra di dubbio, che Babbo Natale è secolarmente penetrato nell’immaginario collettivo di molte culture.
Al di là del fatto che il Natale sia una festa contornata dalle più disparate tradizioni, sociali e religiose, che possono variare da Paese a Paese: nel folklore generale c’è sempre l’anziano col barbone canuto che distribuisce i regali col cappello, Babbo Natale è una costante! Il primo a ritrarlo fu il pittore fiorentino, Beato Angelico (1395 ca. – 1455), nell’opera la “Pala di Perugia”, specificatamente nella pradella dove sono effigiate in tre sequenze le storie del Santo greco. Nella parte centrale, si trova un giovane e sbarbato Nicola ancora senza il canonico cappello di Natale, intento ad ascoltare tra la folla la predica di un vescovo; mentre a destra del dipinto si vede lo stesso che lancia di nascosto un sacco colmo d’oro nell’abitazione di un uomo visibilmente sconsolato, poiché non sa più come prendersi cura delle sue tre figlie, dando vita alla leggenda di Santa Claus che dispensa doni senza mostrarsi.
Beato Angelico, Pala di Perugia, 1438
Per rinvenire l’immagine di un Babbo Natale somigliante a quello che noi tutti conosciamo, è necessario compiere un salto temporale in avanti di un paio di secoli, dove, in un libricino del 1686 di Josiah King, lo ritroviamo addirittura imputato in un processo. Nell’illustrazione si vede chiaramente un Babbo Natale barbuto, vestito con la classica palandrana bordata di una chiara pelliccia e l’immancabile copricapo, una variante dei noti cappelli Babbo Natale.
Josiah King, The Examination and Tryal of Old Father Christmas, 1686
Proseguendo la linea temporale, la figura di Santa Claus continua a subire varie evoluzioni ma riuscendo a mantenere sempre un aspetto e un atteggiamento sacrale fino a metà del XIX secolo, dove nel 1848 con T. C. Boyd si vede un allegro Babbo Natale intento a passeggiare sui tetti. Questo passaggio è fondamentale, dal momento che la desacralizzazione della suddetta figura ne incrementerà esponenzialmente la sua popolarità, divenendo accettabile per qualsiasi fede religiosa. Successivamente, si tenterà di dargli perfino un tocco stravagante, raffigurandolo con differenti tonalità, dal verde al blu e perfino in giallo (vedi l’illustrazione di un poema dello scrittore americano, Clement Clarke Moore). Con l’avvento della pubblicità, Babbo Natale diventa fin da subito un protagonista, nonché oggetto delle più disparate commercializzazioni e rimaneggiamenti sulla sua iconografia.
Nel mentre, il Natale diventa – sia dal punto di vista religioso che commerciale – la festa più importante dell’anno per gran parte dei Paesi nel mondo, accrescendo ulteriormente la fama al suo protagonista. A partire dal XIX secolo, soprattutto negli USA, si avverte la necessità di fissare iconograficamente l’immagine di Babbo Natale, un’immagine univoca facilmente riconoscibile in ogni dove, ovvero, abito rigorosamente rosso, muffole, cappello, sacco pieno di regali e via discorrendo. Una standardizzazione dell’immagine di Babbo Natale che si fissa definitivamente grazie al pittore statunitense Haddon Sundblom, quando nel 1931 ne dipinse uno per l’agenzia pubblicitaria D’Arcy e quest’ultima la rigirò alla Coca-Cola.
Da questo momento in poi, la forma moderna della festività natalizia prende definitivamente avvio e lo spirito del Natale ogni dicembre dell’anno pervade tutti noi, a tal punto da volersi travestire indossando il classico gadget natalizio: il cappello di Babbo Natale per bambini, per adulti, e persino per neonati.
Al giorno d’oggi, l’iconografia su Babbo Natale è ormai talmente forte che, un paio d’anni fa, l’estroso fotografo e artista Ed Wheeler l’ha voluto inseirire in tutti i grandi dipinti della storia dell’arte, presentandolo ad esempio in mutandoni al posto della Venere di Milo di Botticelli, tramite il suo progetto Santa Classic. E non possiamo di certo biasimarlo!
Ed Wheeler, Santa Classic, 2013