di Diego Novelli
Scrive la Jena su “La Stampa” di oggi 23 ottobre 2013: «Domanda epocale a Renzi: perché un elettore di destra dovrebbe votare per un partito di sinistra?». Domanda più che legittima se non fossimo in una situazione politica come quella in cui si trova oggi l’Italia e anche perché come mi ha detto stamane il mio parrucchiere «è un ragazzo spiccio, accattivante, che parla in modo brillante. Ha tutto quello che Berlusconi mostrò di avere quando scese in campo».
Un cliente, in attesa di essere “acconciato“, ha obiettato: «Quando lei vede una bella donna, che al primo sguardo può anche piacerle, mica decide su due piedi di sposarla soltanto perché ha l’eloquio facile?».
Fa piacere ascoltare certi discorsi che riflettono lo stato confusionale imperante, anche dal barbiere.
Vale la pena riferire ancora alcuni frammenti della conversazione svoltasi dal Figaro di Borgo San Paolo.
«Alle prossime primarie del Pd si vota per il segretario del partito. Come è pensabile che uno di destra possa andare a votare per la scelta del capo del partito avversario?».
Risposta: «Perché è simpatico».
Replica: «Anche Totò era simpatico!».
Non mi intrometto in questo dialettico scontro. Certo è che capire quale sia la linea politica che il sindaco di Firenze intende dare al suo partito rimane difficile da comprendere.
Due ore dopo la conversazione dal parrucchiere ascolto il telegiornale delle 13.30. Viene reso noto che oltre a Brunetta, Schifani, Gelmini, Cicchitto che hanno violentemente protestato per l’elezione della Bindi alla presidenza dell’antimafia «anche i renziani hanno espresso riserve su tale scelta».
Honi soit qui mal y pense.
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