di Paolo Pazzi
La decisione di portare il Pride in provincia di Alba si deve ora misurare con gli aspetti organizzativi. «Vogliamo costruire un evento di un certo peso in maniera coordinata. Ma serve tempo e il concreto appoggio dell’amministrazione locale». A parlare è Stefania Cartasegna, presidente dell’associazione “Tessere le identità” di Alessandria. Cartasegna che sottolinea come – «purtroppo il periodo elettorale non ci è amico, ma sosterremo anche in Alessandria il Pride organizzando una serie di eventi in concomitanza con la giornata contro l’omotransfobia».
Infatti oltre alle questioni organizzative per portare il Pride in provincia, il movimento Lgbt, con le sue articolazioni, sta sviluppando una serie di iniziative per sviluppare le sue tematiche anche in contesti come gli ospedali del territorio. Si tratta in particolare di interventi formativi mirati su ostetriche e che coinvolgono la Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali e Assistenti sanitari. Azioni di sensibilizzazione atte a creare un atteggiamento più rispettoso e sensibile verso le specificità della persona a cui si presta soccorso. «Un contesto – spiega Cartasegna – in cui spesso viene dato per scontato un atteggiamento inclusivo. Ma io evidenzio che se una ragazza lesbica si presenta per una visita ginecologica ha delle esigenze particolari».
Entrando nel merito delle problematiche legate all’imporsi di nuovi necessari approcci precisa: «Non si tratta di una questione di sensibilità’ individuale ma anche di formazione professionale legata alla particolarità del tema, soprattutto nei piccoli centri dove spesso emergono atteggiamenti binari..». E continua: «Su questa base siamo attivi con un lavoro nelle scuole portando avanti, con il riconoscimento e il sostegno di Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), che fa capo al dipartimento Pari Opportunità, il progetto “Rispettiamoci”. SI tratta di un intervento che si è sviluppato nelle scuole secondarie attraverso una serie di incontri utili a sensibilizzare sul tema dell’omofòbia e dell’intolleranza a tutte le diversità. Per la presidente di Tessere le identità «è evidente l’importanza di intervenire dalla giovane età, quando il pensiero non è ancora così strutturato, ed è quindi più agevole trasmettere una versione “più’ aperta” dell’altro educando alla cultura dell’eguaglianza».
Resta aperta una questione più generale che porta la comunità Lgbt a domandarsi sul perché l’Italia non abbia ancora una legge contro l’omotransfobia chiedendo se la Regione Piemonte possa seguire la scia della Regione Umbria ove è stata approvata una legge in tal senso.