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domenica, 8 Settembre 2024

Trump presidente, le reazioni del Consiglio Comunale di Torino

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di Bernardo Basilici Menini

La notizia dell’elezione di Donald Trump alla carica di Presidente degli Stati Uniti d’America arriva fino in Sala Rossa. Abbiamo sentito i capigruppo dei partiti e delle liste del Consiglio comunale di Torino, che hanno commentato, a caldo, quanto avvenuto negli Usa.

Alberto Unia, Movimento 5 Stelle: «E‘ un segnale che testimonia che le persone vogliono cambiare e che a volte vogliono cambiare a qualsiasi costo. Il messaggio è stato molto forte, rispetto a tutti i sondaggi. In linea di massima si può dire che è stato un voto contro l’establishment e contro una parte del mondo dell’informazione: il fatto che certi fenomeni legati al sentire delle persone vengano ignorati per tanto tempo fa si che poi i cittadini non credano più a quello che viene detto dagli organi ufficiali. Adesso dobbiamo vedere come si evolverà la situazione nel tempo».

Lo Russo, Partito Democratico: «Sicuramente è un segnale di crisi strutturale di una modalità con cui la politica ha affrontato i problemi della società. Dopo questo e dopo la Brexit c’è da interrogarsi anche rispetto a una crisi di modello sociale che non trova risposta nelle tradizionali politiche. Sicuramente occorrerà capire se una volta al governo Trump porterà avanti quanto ha dichiarato: se questo capiterà ci sarà un riassetto degli equilibri geopolitici internazionali».

Eleonora Artesio, Torino in Comune: «Durante la campagna elettorale il candidato Trump ha dato indicazioni preoccupanti rispetto a modelli divisivi della società, a cominciare dalle coperture sanitarie: ha dichiarato per esempio di voler escludere la popolazione immigrata irregolare dalle cure mediche, magari dicendolo a scopo puramente propagandistico per scatenare gli istinti più profondi delle persone. Ha proposto un’idea di Stato e di società fondata sull’individualismo e sulla capacità delle le persone di accedere singolarmente alle risorse per le proprie necessità. Anche questo è molto preoccupante».

Osvaldo Napoli, Forza Italia: «L’augurio è che Trump sappia governare il più grande Paese del mondo in maniera moderata e con grande capacità. Mi pare che nelle dichiarazioni del dopo elezioni abbia intrapreso una strada diversa rispetto a quello che è avvenuto in campagna elettorale: le prime parole da Presidente sono state di apertura ed equilibrio. Sono un buon segnale e spero che possano continuare».

Fabrizio Ricca, Lega Nord: «E’ la vittoria della gente sulle lobby, sulle banche, su un sistema di politica estera che è completamente fallimentare, su un sistema finanziario sbagliato che ha governato tutto il mondo in tutti questi anni. E’ un bel colpo per Renzi, la Merkel e per questa Europa, che è stata usata dagli Stati Uniti per i propri interessi».

Alberto Morano, Lista Civica Morano: «Per quanto riguarda la scelta degli elettori americani, è un fatto interno e non commento. Ma l’esito, per alcuni sorprendente, delle elezioni americane e, prima ancora, del voto inglese sul Brexit, suggerisce alcune riflessioni. Innanzi tutto i mass media tradizionali ( Tv, radio e giornali ) non riescono più, in alcun modo, ad orientare il consenso. In secondo luogo, i sondaggi si stanno rivelando inefficaci se sono indirizzati a rivelare i trend elettorali ed inutili se con essi si cerca di indirizzare il voto degli indecisi in un senso o nell’altro. Facebook, Twitter, telefonini, sono strumenti di comunicazione più diretti e con meno filtri e condizionamenti. Di ciò la classe politica, volente o nolente, deve iniziare a prenderne atto».

Roberto Rosso, Lista Civica Rosso: «Il popolo ha sconfitto i banchieri, i poteri forti, le lobby. La folle sanguinaria guerrafondaia è stata sconfitta. E con lei tutti i sostenitori di una Terza Guerra Mondiale. Sono state sconfitte le dinastie famigliari, non solo quella dei Clinton ma anche quella dei Bush. E sono stati sconfitti i burocrati repubblicani che, in nome del politicamente corretto, avevano portato il partito ad una sconfitta dopo l’altra. Ha vinto Trump e ha vinto il popolo americano. Che ha ignorato le raccomandazioni dei media e delle star strapagate di Hollywood. Ha votato per Trump il ceto medio distrutto dalle politiche economiche di Obama. Ed ora ci sarà da ridere quando assisteremo al riposizionamento di Renzi che, dopo aver sostenuto la Clinton con gli immancabili risultati da portasfiga, dovrà andare a genuflettersi davanti a Trump. E chissà se la Rai, mantenuta con i soldi delle famiglie italiane, rimborserà a Giovanna Botteri le damigiane di Maalox che dovrà ingurgitare per digerire la sconfitta della Clinton e anche la sua, della Rai e del Tg5. Peccato sia successo negli Stati Uniti e non in Italia, ma è comunque un segnale estremamente positivo».

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