Dopo la sentenza al maxi processo contro i No Tav, che ha visto il Tribunale di Torino emettere 47 condanne a 140 anni, il senatore del Movimento Cinque Stelle Marco Scibona interviene in Senato accusando di quanto avvenuto nelle aule giudiziarie il governo. Il parlamentare ha parlato di pubblici ministeri del maxi processo, che riguardava gli scontri del 2011, controllati dal governo.
«Il processo – afferma Scibona– è stato imbastito dal potere esecutivo, digos e Ministero dell’Interno, in quasi totale autonomia, con solo due o tre deleghe di indagini da parte dei pm, embedded del potere assoluto». «I testimoni ascoltati a carico dei No Tav sono tutti sotto il controllo del potere esecutivo e molti di questi si sono persino costituiti parte civile. Non mi pare che sia stato quindi un processo bilanciato tra accusa e difesa», ha aggiunto il senatore pentastallaro.
«Quindi prove di controllo del potere esecutivo su chi deve esercitare l’azione penale, magistratura inquirente sotto il controllo del governo. Il tutto accompagnato da informazioni unidirezionali da parte dei media. I risultati sono processi anomali», continua in Senato Scibona.
Per il rappresentante dei Cinque Stelle, da sempre in prima fila contro l’opera Tav, non sarà stato un processo politico, ma un «processo fortemente voluto e condizionato dal potere esecutivo». «La volontà era di trasformare un problema politico in un problema di ordine pubblico. Per ora questa arma di distrazione di massa ha funzionato. Per il prosieguo, vedremo», ha concluso Scibona.