Quello che era impossibile l’estate scorsa è invece diventato realtà. Lo dice Massimo Bray, che, come sottolinea, dopo giorni ha “cominciato a respirare un’ora fa”. Non nasconde (e perché dovrebbe) la felicità il presidente della Fondazione del Libro, per quei 166 mila visitatori. Il Salone di Torino è stato un successo. Circa 40 mila biglietti in più staccati in questa 30esima edizione che in quella 2016, che aveva chiuso con 127.596 biglietti.
«Una riscossa possibile grazie a una equipe pazzesca», sottolinea Bray, mentre il direttore artistico del Salone Nicola Lagioia spiega che «in questi cinque giorni e notti è accaduto qualcosa che riguarda l’idea di comunità, di trovarsi insieme, fare esperienza attraverso la cultura e i libri, dare la prova che in Italia si possono fare cose che diventano modello per altri Paesi. È successo nel radioso maggio 2017».
Poi Lagioia invita i «grandi gruppi editoriali che non sono venuti li aspettiamo a braccia aperte»
«Abbiamo bisogno della loro competenza. Parlo da scrittore, come autore Einaudi, mortificato piccolo stand nella propria città. Amici di Mondadori aiutateci a fare di questo Salone qualcosa di ancora più bello, ne beneficeremo tutti. Ritroviamoci e lavoriamo insieme».
La data della prossima edizione 2018 c’è già: dal 10 al 14 maggio. «Torino – continua Lagioia – si propone per gli anni a venire come uno dei più importanti laboratori di democrazie e convivenza civile in Europa. Un laboratorio che ci auguriamo sia difeso a livello nazionale, lasciando al Salone la sua autonomia».