La storia lo ha condannato. E non si può riscrivere la storia. Il ritorno in patria della salma del re Vittorio Emanule III si sta portando dietro non poche polemiche. In fondo stiamo sempre parlando del sovrano che aprì le porte di Roma al fascismo e a Benito Mussolini, che firmò le leggi razziali e che poi scappò abbandonando un Paese diviso in due. Anche Piero Fassino, esponente del Partito Democratico e già sindaco di Torino non usa mezzi termini quando commenta la vicenda: «Il decorrere del tempo non cancella le gravi responsabilità di Vittorio Emanuele III, che ha condiviso tutte le sciagurate scelte della dittatura fascista, ha avallato le leggi razziali, ha condiviso l’entrata in guerra e nel passaggio più drammatico, l’8 settembre 43, si è vergognosamente sottratto alle sue responsabilità».
«Pretendere di rendergli onore è un’ulteriore offesa a quanti, anche pagando con la vita, hanno lottato per la dignità dell’Italia», conclude Fassino.