Così in una nota Daniele Valle (Pd) e Marco Grimaldi (Leu), consiglieri regionali piemontesi sui dati della Regione relativi ai tamponi Covid: “Oggi in quarta commissione abbiamo dedicato ‘ben’ un quarto d’ora alla ripresa del tracciamento, al monitoraggio con i tamponi molecolari e non, e al caso degli oltre 200.000 tamponi cancellati dalle statistiche ministeriali. Per questo domani torneremo a parlarne in Consiglio Regionale attraverso i nostri due Question Time. Non è vero che la circolare del 30 ottobre indicava come validi i test rapidi per individuare i positivi, ma si limitava ad auspicare, solo per alcuni specifici casi, un aggiornamento della definizione: “Si rappresenta che la definizione di “caso confermato” dovrebbe essere aggiornata in relazione all’utilizzo dei test antigenici rapidi senza una conferma con test molecolari soprattutto in presenza di situazioni con link epidemiologico”.
Solo ieri la Regione, a firma Icardi, ha scritto al ministero per rivendicare la propria scelta e chiedendo, al ministero e alle altre regioni, di adeguarsi al Piemonte. 20 giorni dopo che il Ministero aveva ribadito la necessità di non mescolare tamponi rapidi e molecolari.
Restano pertanto aperti diversi interrogativi: tra i 21 indicatori considerati dal ministero per l’individuazione del colore delle zone, vi è la “Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” per mese”. Questo indicatore per il Piemonte, togliendo dal denominatore oltre 200.000 tamponi eseguiti, cambia? Il suo cambiamento avrebbe potuto comportare determinazioni differenti sul colore assegnato al Piemonte?
Il punto di tutta questa faccenda è anche e soprattutto un altro: perché il Piemonte continua a essere fanalino di coda in Italia nella capacità di processare test molecolari?
A dieci mesi dall’inizio della pandemia, e nonostante i numerosi proclami da parte di Giunta e Presidente della Regione, il numero dei tamponi giornalieri processati dai nostri laboratori sono troppo bassi, specie se li confrontiamo alle Regioni simili per dimensioni e popolazione. Eppure il Piemonte è secondo solo alla Lombardia per numero di ricoverati e di morti pertanto l’unica spiegazione è che non siamo ancora in grado di capire dove siano i contagiati e di isolarli. È tempo di assumersi le proprie responsabilità senza dare la colpa ad altri; non è l’ora di minacciare querele a chi, anche da semplice cittadino, chiede alle Istituzioni pubbliche semplicemente trasparenza.
Se il Ministero riterrà opportuno nel prossimo futuro cambiare la modalità di raccolta e invio dei dati non potremo che essere felici, non abbiamo nessun pregiudizio sull’utilizzo dei test antigenici per fare contact tracing – avevano addirittura chiesto di effettuare un monitoraggio di tutta la popolazione utilizzando quei tamponi – il punto è aver utilizzato e pubblicizzato dati diversi e non omogenei rispetto alle altre Regione senza che nessuno l’abbia mai autorizzato.
Piemonte, Grimaldi (LEU), Valle (PD): “Ancora confusione sui tamponi”
