Il reato di turbativa d’asta di cui è accusato l’ex portavoce della sindaca Chiara Appendino riguarderebbe un incarico di “consulenza per la realizzazione dell’ufficio comunicazione istituzionale” affidatogli dal Consorzio di bonifica della Basilicata il 6 dicembre 2018.
Il pubblico ministero Gianfranco Colace, che ascrive a Pasquaretta anche i reati di traffico di influenza illecita e di estorsione nei confronti di Chiara Appendino, parte lesa nell’inchiesta, a cui il giornalista avrebbe fatto pressioni per avere un nuovo lavoro, sta indagando su questa vicenda che riguarda Matera.
Pasquaretta avrebbe ottenuto la consulenza da 14 mila euro, con una delibera dell’amministratore unico del consorzio, Giuseppe Musacchio.
Un incarico, che si era offerto di ricoprire l’ex portavoce di Appendino, che sarebbe partito dalla data della stipula della convenzione e che sarebbe terminato a luglio 2019. Un lavoro mentre era già staffista del viceministro dell’Economia Laura Castelli, che dopo l’avviso di garanzia lo ha sospeso dall’incarico.
Ma cosa prevedeva il ruolo di consulenza che Pasquaretta avrebbe dovuto ricoprire? Come esplicitato dal delibera la sua sarebbe stata una figura a tutto tondo della comunicazione: da quella istituzionale a quella con i cittadini, dai rapporti con i giornalisti allo studio di campagne pubblicitarie e dell’utilizzo dei canali social. Un lavoro, di circa sette mesi, stimato dal Consorzio pari al valore di 22 mila euro + Iva.
L’offerta presentata da Pasquaretta e accettata con delibera del 6 dicembre 2018 è di 20 mila euro + contributi previdenziali ed Iva. Di questi già 14 mila stanziati a bilancio del 2018, i restanti nel 2019. E’ bene precisare però che non si tratta di una gara, bensì di un affidamento diretto poiché sotto la soglia dei 40 mila euro (dl 50/2016) e che il nome di Pasquaretta viene fatto in quanto “si evince l’esperienza del professionista nel settore della comunicazione pubblica”.
Pubblichiamo come documento la delibera del Consorzio di bonifica della Basilicata in cui viene nominato Luca Pasquaretta. Su questa storia lui non sarebbe l’unico indagato.