Disperato, confuso e in lacrime. Il suo avvocato difensore, Giacomo Casciaro, ha dovuto chiedere di interrompere l’interrogatorio. Massimo Bianco, 50 anni, la guardia giurata che oggi pomeriggio ha ucciso a Torino l’ex moglie Angela Dargenio, 48 anni davanti al pm Francesca Traverso, ha raccontato la separazione dalla moglie, consensuale, e il suo desiderio di tornare insieme. Poi il crollo e la richiesta, accolta, dell’avvocato difensore di interrompere l’interrogatorio.
Sono passate da poco le 14 quando Bianco ha aspettato sul pianerottolo l’ex moglie, l’ha vista uscire dall’ascensore con le buste della spesa ha sparato con sua pistola di ordinanza. Otto colpi di Smith & Wesson. È accaduto in uno stabile di corso Novara 87 si è consumato l’ennesimo drammatico femminicidio. Angela Dargenio, 48 anni è stata assassinata dall’ex marito, Massimo Bianco. Lei lavorava come badante e faceva le pulizie negli uffici.
I due si erano separati a dicembre, ma Bianco era andato a vivere al piano di sopra. “Così sto vicino ai ragazzi”, aveva detto all’ex moglie. Ha lasciato l’alloggio del quarto piano per andare al quinto. Difronte a quello della donna viveva anche la figlia più grande della coppia, Eleonora, 25 anni, sposata e con un figlio. Angela e Massimo, entrambi originari della Puglia, avevano un altro figlio più giovane, 17 anni. Al momento dell’omicidio entrambi non si trovano in casa. Eleonora quando ha saputo di quanto accaduto ha lasciato il negozio in cui lavora ed corsa ha casa. Ha avuto un malore ed è stata soccorsa dai sanitari del 118 che l’hanno portata in ospedale.
Il compagno, Niccolò, parla “di una tegola caduta dal cielo”, che non c’erano state grosse discussioni in famiglia. “Un fulmine a ciel sereno. Per come la vedo io è stato un gesto premeditato, architettato da tempo”, aggiunge.
Dopo aver fatto fuoco sulla donna Massimo Bianco è salito a casa sua e qui ha aspettato l’arrivo dalla polizia, giunti sul posto dopo che i vicini, sentiti gli spari, hanno chiamato il 112. Sul posto anche il pm Francesca Traverso. Al momento dell’arresto l’omicida non ha parlato. “Era visibilmente scosso”, dicono gli inquirenti, che sul movente non si sbilanciano anche se gli amici della vittima parlano di una separazione che l’uomo non aveva accettato.
“Angela era una persona solare, sempre sorridente”, racconta un vicino. Per l’amica della vittima Mina Buonocore, che ha un salone di acconciatura sempre in corso Novara: “Angela dopo la separazione aveva cominciato a vivere era una grande lavoratrice, non si fermava mai. Neanche il sabato e domenica. Con Massimiliano c’erano state delle discussioni, ma non è che litigassero per strada. Discussioni come in ogni coppia che si separa”. Mina è l’ultima persona ad aver visto viva Angela. “Era appena tornata da fare la spesa, mi ha salutato con il suo bellissimo sorriso prima di entrare nel portone di casa”.
“Viveva per i suoi figli e per il nipotino che era affezionato ad Angela al punto che la chiamava ‘mamma’ – racconta ancora l’amica della vittima – Mi aveva raccontato di una discussione con l’ex marito che non le passava più soldi per il ragazzo più giovane. Ma lei non ha fatto problemi visto che sapeva che lui era in cassa integrazione. Poi voleva essere finalmente indipendente”.
“Eliminare le persone nocive dalla propria vita non significa odiarle: significa avere rispetto per se stessi” questo scriveva due giorni fa sul suo profilo Facebook Angela Dargenio.
