Continua a tenere banco la questione della nuova Ztl dopo la protesta dei commercianti di lunedì e l’incontro con l’assessora ai Trasporti Maria Lapietra che ha annunciato che le nuove misure non entreranno in vigore dal 2019.
Uno slittamento temporale che non soddisfa chi continua a lottare ed affermare che la Ztl non va estesa negli orari né limitata a solo alcune categorie di veicoli. Come la Confesercenti di Torino che ha espresso non pochi dubbi sulle idee della giunta anche in seguito a un post su Facebook in cui la sindaca Chiara Appendino spiegava le novità dell’accesso al centro cittadino. «Sindaco e assessori continuano a decantare la straordinaria situazione che si verrebbe a creare una volta entrata in vigore la loro ipotesi di riorganizzazione della Ztl centrale: meno traffico, meno inquinamento, negozi pieni, turismo in crescita e via magnificando. Ma se fosse davvero così, perché in tanti protesterebbero? Perché in poche settimane si sarebbero raccolte oltre 5mila firme? Si tratta di gente che rifiuta di stare meglio? Di commercianti che temono l’aumento dei clienti? Di un esercito di oppositori per partito preso?». Sono le domande che pone la Confesercenti, elencando poi una serie di motivi che confutano la tesi di Appendino sui vantaggi di una Ztl estesa.
A partire dai passaggi parassitari: «La sindaca continua a indicare in 31mila i transiti senza sosta: abbiamo chiesto più volte di sapere su quale base è stato fatto un simile conteggio, ma nessuna risposta è arrivata dall’amministrazione. Eppure, si tratta di uno degli elementi su cui poggia l’intera proposta di riforma della Ztl».
Allo stesso modo la Confsercenti osserva come il nuovo piano dell’amministrazione non garantisce un minore inquinamento: «Meno passaggi e quindi meno inquinamento, dice la sindaca. In realtà, i minori passaggi nel centro significherebbero semplicemente maggiori passaggi nelle zone esterne al centro, sulle quali graverebbero più inquinamento e più intasamento: è come spazzare la polvere sotto il tappeto». Senza contare, proseguono, che nonostante si promette l’incremento dei mezzi pubblici «per ora, chiunque utilizzi un autobus sa benissimo che Gtt ha ridotto i servizi, le corse e – su diverse linee – la frequenza dei passaggi. E allora? Assisteremo a un miracolo nel giro di pochi mesi? Con la situazione di grave sofferenza in cui si trova l’azienda dei trasporti? Ci permettiamo di dubitarne».
Insomma, per Confesercenti tre dei principali presupposti su cui si basa il piano del Comune non sono dimostrabili o attuabili. Per l’associazione di categoria restano invece ancora irrisolte alcune domande: «La sindaca parla di Ztl “aperta” e di un ticket di accesso. Ciò vale per tutti i veicoli senza le limitazioni – di cui l’amministrazione aveva parlato – e la distinzione fra le tipologie di veicoli? Sono dunque spariti i divieti di accesso che avrebbero dovuto coinvolgere gli Euro3 e – progressivamente – gli Euro4 e gli Euro5? – si chiedono da Confesercenti che proseguono – Come si pagherebbe il ticket di entrata? Attualmente per pagare la sosta c’è una scelta ampia: dal ticket acquistato dal tabaccaio o dalle macchinette erogatrici, all’app, al telepass. E domani? Si tratta di una questione non indifferente. Come non è indifferente sapere come paga la differenza chi si dovesse fermare per un periodo superiore alla due ore di sosta garantite dal ticket di ingresso. Come poi tutto ciò riuscirebbe a far calare il costo globale di permanenza nella Ztl è un’altra delle tante affermazioni apodittiche contenute nel post della sindaca».
Dunque, se la riforma della Ztl non piace non convincono nemmeno le spiegazioni fornite in questi giorni dall’amministrazione. «Gentile sindaca, lo ripetiamo per l’ennesima volta: così non va. Giriamo pagina e ripartiamo con una discussione seria nel merito e con l’ausilio di dati certi. Convochi lei un incontro aperto a tutto il mondo del commercio. Solo così si trovano le soluzioni e si danno risposte vere all’esasperazione montante», concludono da Confesercenti.