Con la buonuscita ultramilionaria che gli hanno dato, dovrebbe essere l’avvocato più appagato e felice del mondo. Ma, si sa, a certi livelli il denaro possiede una valenza inferiore a quella del gusto per il potere e al sapore acido dell’orgoglio ferito. Sicché, Luca Cordero di Montezemolo riflette a voce alta esprimendo con genuina amarezza un dolore sottile. “la famiglia Agnelli avrebbe almeno potuto dirmi grazie”.
La questione non è soltanto formale. Va a colpire, infatti, proprio il cuore dei contenuti. Occorre infatti ricordare che, oltre ad una gestione della Ferrari pressoché ottimale sia sotto il profilo sportivo e sia sotto l’aspetto commerciale, Montezemolo provvide nel tempo e più di una volta a, come dire, togliere le castagne dal fuoco con le quali la famiglia Agnelli di sarebbe scottata di brutto. In primis proprio la Fiat che, dopo la scomparsa di Umberto e se lui non avesse accettato come un soldatino e seppure controvoglia la presidenza del Gruppo che ora si chiama FCA (e si pronuncia Fica), sarebbe finita nelle mani delle banche e della massoneria con tanti saluti a Marchionne e al suo “robot” John Elkann. Da loro due, invece, manco un piccolo e doveroso “grazie di tutto” che, magari con qualche soldo in meno di liquidazione, avrebbe fatto piacere al defenestrato Luca.
La lamentela pubblica, dunque, ci sta tutta. Ma è poco come sparare alle nuvole perché, tirando in ballo gli Agnelli, Montezemolo forse scorda che di Agnelli autentici non ne è rimasto manco uno. Andrea, presidente della Juventus, è un “sopportato” senza diritto di parola per il clan dei nuovi padroni. Gianni l’avvocato, Umberto il fratello, Susanna la patriarca femmina, Giovannino il vero “erede”, Edoardo l’anima bella e gentile. Erano loro gli Agnelli che si rapportavano con Montezemolo sostenuti da una classe che non ha nulla a che vedere con lo stile (becero e ignorante) degli attuali burattinai ebreo-americani. Oggi dormono tutti quanti nella cappella di Villar Perosa. E per ottenere anche soltanto un semplice “grazie”, Luca dovrà fare un salto in Val Chisone e organizzare, in villa, una seduta spiritica.