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giovedì, 13 Marzo 2025

Manifesti antivax, denuncia in Procura dell'Ordine dei Medici di Torino

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

L’Ordine dei Medici della provincia di Torino ha presentato denuncia in Procura contro i manifesti, comparsi nei giorni scorsi vicino asili, scuole e ospedali, contro le vaccinazioni obbligatorie.
“Vaccinarsi è un’azione volontaria non esente da rischi”, “Informati prima di vaccinare tuo figlio“, gli slogan riportati dai manifesti
«Le vaccinazioni sono misure di salute pubblica previste obbligatoriamente per legge – spiega il presidente dell’Ordine torinese Guido Giustetto I cartelloni apparsi in città propongono contenuti che generano allarmismo e incrementano la disinformazione a danno della sicurezza. Di qui la decisione di denunciare l’iniziativa alla procura della Repubblica. L’Ordine ha infatti tra i suoi obiettivi proprio la tutela della salute pubblica e la promozione di una corretta informazione scientifica».
«Gli articoli 15 e 55 del nostro Codice Deontologico – continua Giustetto- ci ricordano che “il medico non deve sottrarre la persona assistita a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia” e che “il medico promuove e attua un’informazione sanitaria accessibile, trasparente, rigorosa e prudente, fondata sulle conoscenze scientifiche acquisite e non divulga notizie che alimentino aspettative o timori infondati o, in ogni caso, idonee a determinare un pregiudizio dell’interesse generale”».
«Il nostro ruolo come Ordine, che non indulge in concetti astratti ma in atteggiamenti concreti di tutela della salute pubblica, si affianca a quello fondamentale dei media. A loro chiediamo però, appellandoci ancora una volta ad un loro codice etico e deontologico – una collaborazione stretta per raddrizzare un fenomeno di false credenze e paure che crea inutili allarmismi a grave danno della salute pubblica», conclude il presidente dell’Ordine torinese.

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