Da domani i dipendenti del Comune di Torino potranno scegliere di esibire il tesserino identificativo consono al genere d’elezione. In parole più semplici, i transgenders che lavorano a Palazzo di Città avranno la possibilità di scrivere pubblicamente e vivere la propria identità sessuale anche sul posto di lavoro.
La decisione è giunta in seguito gli accordi presi in occasione della Trans Freedom March del 22 novembre 2014 a Torino e del Convegno sulle prospettive di riforma della legge n. 164 del 1982, sul cambiamento di sesso del giorno successivo.
Un piccolo passo ma anche una decisione epocale, fanno sapere dal Torino pride, nonostante la legge italiana non consenta ancora il cambio del nome all’anagrafe prima degli interventi chirurgici.
«Non solo una norma formale – ha commentato Christian Ballarin, responsabile di SpoT, specificando che – si tratta di una novità che andrà a incidere sulla qualità della vita delle persone, non solo trans, perché un lavoratore sereno offrirà un servizio migliore».
Prima ancora di Palazzo di Città anche l’Università di Torino e altri atenei avevano già intrapreso la strada dell’autodeterminazione e di libertà, che ora arriva in Comune grazie agli assessori alle Pari opportunità e al Bilancio Ilda Curti e Gianguido Passoni.
«Ringraziamo per l’impegno, la tenacia e la costanza l’Assessore Ilda Curti» ha dichiarato Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride GLBT, «che ha accompagnato questo e molti altri risultati che rendono la nostra Città sempre attenta ed inclusiva per tutte e tutti».