6.8 C
Torino
giovedì, 20 Marzo 2025

I familiari di Davide Bifolco pubblicano le foto del corpo. Il carabiniere avrebbe sparato al cuore del ragazzo

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

I familiari di Davide Bifolco, il 17enne ucciso a Napoli da un carabiniere nella notte tra il 4 e il 5 settembre, hanno deciso di condividere pubblicamente le foto del corpo del ragazzo.
Sono immagini forti ma che sono state pubblicate nella speranza che aiutino, insieme alle testimonianze su quella notte, a far luce su una vicenda che all’oggi risulta ancora poco chiara.
Il carabiniere che ha colpito a morte Davide Bifolco, nei giorni scorsi ha infatti depositato la propria versione dei fatti, a sostegno della tesi secondo cui il colpo sarebbe partito in maniera accidentale dalla sua pistola d’ordinanza. Il militare sarebbe sceso dall’auto con l’arma già carica perché, sostiene, aveva visto uno scintillio durante l’inseguimento e temeva che i tre ragazzi a bordo del motorino fossero armati (cosa che è stata smentita in modo categorico da uno dei due amici di Davide Bifolco in diverse interviste).
Secondo la versione del carabiniere, ad aver scatenato l’inseguimento del motorino da parte dei due militari sarebbe stato uno dei tre passeggeri, riconosciuto come un uomo ricercato da febbraio per essere evaso dagli arresti domiciliari.
Mentre il collega era impegnato a rincorrere quest’ultimo, datosi alla fuga, il carabiniere che ha esploso il colpo si è trovato da solo insieme agli altri due, e mentre tentava di tenere fermo l’amico di Bifolco che cercava di scappare, sarebbe inciampato facendo partire in maniera accidentale il proiettile che ha raggiunto il 17enne. «Non ho mai puntato l’arma», ha ripetuto più volte.
Questa la versione che è stata riferita agli inquirenti, che indagano sull’omicidio coordinati dal pubblico ministero Manuela Persico, affiancata dai procuratori aggiunti Nunzio Fragliasso e Luigi Frunzio.
A smentire la ricostruzione del carabiniere, però, ci sono diverse testimonianze di chi quella notte per circostanze diverse ha assistito in maniera diretta alla morte di Davide. A partire dall’amico Salvatore Triunfo che guidava lo scooter e che, ancora scosso per l’accaduto, ha raccontato quel che ha visto. «Ci hanno tamponati e siamo caduti a terra». Lui ha tentato di scappare perché, ha spiegato, era senza patente e assicurazione. Ha visto l’amico che cercava di rialzarsi e il carabiniere sparargli.
E poi ci sono le dichiarazioni di una testimone, che ha preferito rimanere anonima, che ha visto la scena dalla finestra di casa sua e conferma che i tre ragazzi sarebbero stati investiti e Davide ucciso mentre si trovava a terra.
Ora a incrinare la versione del carabiniere ci sono anche le foto del corpo del ragazzo diffuse dalla famiglia. Alcune escoriazioni sul petto, causate probabilmente dalla caduta dal motorino, e poi, inequivocabile, il segno di un proiettile vicino al cuore.

(L’articolo continua dopo le foto; immagini prese da Facebook)


Insomma, le incongruenze sono ancora tante, così come la rabbia e il dolore dei familiari e degli amici che non riescono a darsi pace all’idea che Davide abbia perso la vita così, per non aver rispettato un “Alt” dei carabinieri.
Sabato pomeriggio un corteo di un migliaio di persone ha attraversato le vie del rione Traiano, quello di cui era originaria la vittima, chiedendo giustizia e verità sull’accaduto. Saranno i prossimi giorni a rivelare se la versione del colpo accidentale regge o se le zone d’ombra sull’accaduto nascondono un nuovo caso di malapolizia.

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano