di Andrea Doi
Sono già pronti per essere consegnati i nove avvisi di garanzia con l’accusa di falso in bilancio destinati ai vertici di Gtt. L’inchiesta coordinata dal pm Ciro Santoriello e iniziata la scorsa primavera è alle sue battute finali e la voce che circola negli ambienti della politica torinese è che la notifica degli avvisi per dirigenti e consiglieri di amministrazione della società di corso Turati è ormai questione di ore.
Come detto, l’ipotesi è di falso in bilancio relativa agli esercizi tra il 2013 e il 2015. Settanta i milioni di euro che non tornerebbero: in particolar modo si tratterebbe di crediti che Gtt avrebbe avanzato nei confronti del Comune ma che Palazzo di Città non ha mai riconosciuto.
Non a caso l’inchiesta fu aperta la scorsa primavera su due fronti, quello amministrativo del Comune di Torino e quello delle partecipate. Ma il pm Marco Gianoglio, che si occupava della parte riguardante il bilancio comunale ha accertato come l’Ente pubblico abbia sempre respinto al mittente le fatture, relative a prestazioni aggiuntive per la linea 1 del metrò e il tram 4, non riconoscendole come parte degli accordi presi con la società del trasporto pubblico torinese.
E mentre si attendono gli avvisi di garanzia per il falso in bilancio il rischio per i vertici Gtt è anche un’altra accusa, questa volta da parte della Corte dei conti che sta valutando l’ipotesi di danno erariale.