di G.Z.
Il Consiglio di Stato ha dato ragione al centro sinistra, accogliendo le argomentazioni del presidente della Circoscrizione 3 in quota al Partito Democratico Francesca Troise. Il casus belli aveva avuto origine da una firma mancante su un atto di collegamento tra la lista e la presidenza nelle ultime elezioni amministrative, documento che comunque era stato timbrato dal notaio.
«Si è conclusa finalmente questa vicenda assurda, frutto di un ricorso promosso dal Consigliere Regionale Davide Bono, rappresentante della lista del M5S in Comune in occasione delle amministrative 2016 – spiegano il segretario provinciale del Pd Fabrizio Morri, Mimmo Carretta responsabile Enti Locali del Pd e Saverio Mazza dell’organizzazione Pd- Tale ricorso si fondava sulla mancanza di una sola firma del notaio autenticatore, su un solo foglio, nonostante la presenza del timbro notarile. Una mera svista».
«Esprimiamo dunque soddisfazione, anche se siamo sempre stati convinti della correttezza delle procedure di presentazione delle liste del PD nelle circoscrizioni e comune. In bocca al lupo, dunque, alla Presidente Troise e al gruppo del PD per il sereno prosieguo della consiliatura», concludono Morri, Mazza e Carretta.
Davide Bono, consigliere regionale del M5s, che, come dimostrato dalla foto, utilizzò gli strumenti (il fax) del gruppo regionale pentastellato per notificarlo al Partito Democratico.