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giovedì, 19 Settembre 2024

Cani, quanti problemi a Torino tra bocconi avvelenati e aree attrezzate carenti

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Moreno D’Angelo
Le voci tra i tanti padroni di cani a Torino girano. Da un po’ di tempo c’è allarme per l’abitudine di alcuni frustrati che non hanno di meglio da fare che lasciare dei bocconi avvelenati o con chiodi e cocci di vetro nei parchi. Non si tratta per fortuna di un fenomeno di vaste proporzioni ma abbiamo raccolto diverse testimonianze in merito.
Una riguarda la zona di piazza d’Armi. Un ragazzo che abitualmente porta il suo cane nei pressi dell’ex stadio comunale, ha notato una persona anziana lasciare una pagnotta per terra. Insospettito ha fatto appena in tempo a togliere dalla bocca del suo cane il boccone scoprendo che all’interno aveva tre chiodi.
Anche in corso Mediterraneo sono stati rinvenuti dei bocconi avvelenati. Insomma, oltre ai dementi che si fanno ritrarre su Facebook con povere bestiole torturate, vi è anche questa nuova tipologia di frustrati che pensano di vendicare la loro rabbia e la loro miseria esistenziale avvelenando cani e gatti.
Tra i padroni di cani a Torino sono tante le lamentele per carenze di ogni genere. Questo mentre si registra un costante e significativo trend di crescita di persone che decidono di convivere con un amico a quattro zampe. Questo non solo tra anziani, ma in ogni età e ceto sociale. E’ positivo che siano in tanti a rivolgersi per la loro scelta ad un canile. Il boom della “dog passion” è avallato dai numerosi negozi e spazi dedicati agli animali presenti nella distribuzione commerciale in questa fase quanto mai critica.
Un segno di crescita civile e anche un sottile indicatore della crisi relazionale e affettiva e delle “solitudini diffuse” emergenti a livello sociale, specie nelle realtà metropolitane. Non è raro incontrare persone che vantano centinaia di amici virtuali su Facebook e che spesso vivano condizioni di quasi totale solitudine e tristezza. Questo non significa assolutamente che avere cani e gatti sia sinonimo di solitudine. Anzi oggi si tratta di scelte ben consapevoli e spesso molto importanti sul piano del benessere personale. C’è anche chi confessa di aver preso un cane anche per poter conoscere e comunicare con l’altro sesso. Certo l’amore di queste bestiole è incredibile e sorprendente. Qualcuno arriva ad affermare: «meglio convivere con un cane che con una fidanzata/o isterica e insopportabile». I dati sulle separazioni ed i deliri della gelosia la dicono lunga sullo status affettivo relazionale che ancora caratterizza la nostra società.
Tornando alle note dolenti chi tiene un cane a Torino il dito sulle condizioni di quelle delle “aree attrezzate” per cani che dovrebbero essere presenti, secondo la normativa comunale, in tutte i quartieri della città. In realtà quelle esistenti sono spesso veramente mal messe e non a caso sotto utilizzate. Ecco la testimonianza di Giacomo Ramello, tipografo torinese con una innata passione per gli amici a quattro zampe: «Non sono una persona polemica ma purtroppo noto da tempo come le aree preposte per i cani siano davvero carenti e pochissimo curate. A volte mancano anche le preziose fontanelle di acqua. I contenitori per guanti e sacchetti sono un sogno, per non parlare dell’illuminazione che è incredibilmente assente o è scarsissima come quella dei lumini». Il tipografo precisa: «Sarebbe quanto mai importante che si operassero reali interventi settimanali di manutenzione per le recinzioni, la pulizia e la risistemazione delle buche in questi spazi. Almeno le stradine di passaggio dovrebbero essere coperte di ghiaia onde evitare di infangare scarpe e vestiti. Gli interventi sulle recinzione sono quanto mai urgenti perché, in conseguenza del diffuso degrado, si formano spesso buchi nella rete o nella lamiera arrugginita dove i cani possono scappare o ferirsi».
E’ molto significativo quanto ci viene comunicato da un gruppo di cittadini di piazza Peyron (quartiere Cit Turin). Un luogo con una numerosa e attiva affluenza di residenti di zona con rispettivi cani. Visto che non è possibile realizzare un’area cani attrezzata, come da regolamento comunale (che prevede anche aree per cani di diversa taglia), perché risulterebbe troppo piccola o anche semplicemente perché “non ci sono i soldi”, un comitato spontaneo, costituito tra queste persone, si è attivato ed ha presentato una mozione alla circoscrizione per far diventare tutto il giardino una area cani a fasce orarie, con opportuna segnaletica esplicativa, la sera tardi e la mattino presto, nei momenti cioè di minore frequentazione dell’area verde, impegnandosi a collaborare attivamente per il mantenimento del decoro urbano e dell’incolumità pubblica. Questo fissando anche un progetto con una fase iniziale di sperimentazione per definire insieme orari e norme dettagliate di comportamento. La mozione, supportata anche da una petizione con qualche centinaio di firme raccolte, è stata presentata e discussa in un paio di sedute della commissione che si occupa del verde pubblico della circoscrizione, ma ai promotori dell’iniziativa cittadini non è mai stata data neanche una risposta. In un momento in cui alcune forze politiche hanno dichiarato di avere una grande attenzione per le persone che amano cani e gatti, aldilà dei facili proclami elettoralistici, questi comportamenti di totale assenza di confronto lasciano molto perplessi e alimentano ulteriormente la delusione verso politici incapaci di dare risposte.
C è ancora poca chiarezza e informazione su norme e regole e spesso chi porta il proprio cane a spasso può essere soggetto a pesanti multe. E’ il caso dei diffusissimi e comodi guinzagli mobili che possono estendere la lunghezza della corda con un pulsante. In teoria non sarebbero legali. Vi sono poi ancora persone che ignorano l’obbligo di raccogliere le deiezioni del proprio cane. Ma per fortuna sembrano in costante diminuzione.
La verità è che si va avanti con controlli saltuari e assolutamente casuali, spesso poco accettati in quanto invece di esserci l’imposizione di norme generalizzate si massacra chi capita a tiro mentre tutto intorno resta come sempre. Un esempio: Basta fare un giro al Valentino dove in teoria non dovrebbero esserci cani lasciati senza guinzaglio, ve ne sono sempre decine e ogni tanto qualcuno a caso viene multato (ammenda di centodue euro).
In conclusione segnaliamo altri due fenomeni. Quello di coloro che prendono cucciolini tanto simpatici per i loro bambini e poi d’estate li abbandonano. Il fenomeno dell’abbandono è ancora tutt’altro che sparito, nonostante tutti gli appelli e la diffusa indignazione. In un negozio per animali ci ricordano anche la brutta abitudine di persone che fanno accoppiare i loro cani senza farsi troppi problemi per poi avere cuccioli che non trovano casa. Conclusione: nonostante tanti problemi di casa nostra, il quadro è certamente migliore di quello che si registra nella democratica Spagna. Qui i cani randagi vengono portati in canili lager e dopo poco tempo, se nessuno si presenta a prenderli, vengono eliminati in un forno. Non a caso non sono pochi i cani di provenienza spagnola.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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