di Bernardo Basilici Menini
Ci sarebbe un inghippo nella nuova ripartizione della Tari, con le nuove tariffe e le rispettive ripartizioni, con un problema particolare inerente allo “sconto” per gli ambulanti alimentari.
Il tutto parte dall’assunto sbandierato dall’amministrazione per cui chi «produce più rifiuti paga di più», che, a guardare bene i dati, sarebbe più una dichiarazione di intenti che una reale volontà politica.
Questo perché, tabelle alla mano, molte delle categorie che hanno diminuito i rifiuti vedranno aumentare i costi, mentre una di quelle che ne produce più si troverà un bello sconto in cassa.
Se infatti gli ambulanti nel settore alimentare beneficeranno di uno sconto del 9,5% in Tari, hanno un coefficiente di produzione dei rifiuti di 140,42 chili per ogni metro quadro di rifiuti l’anno, più del doppio degli ambulanti in settori non alimentari (62,04), che tuttavia vedranno un aumento dello 0,42%. L’aumento della Tari per i secondi è quasi irrisoria, ma questo non toglie il fatto che una delle categorie che produce più rifiuti in assoluto si troverà a pagarli di meno.
Dall’altro lato ci sono alcuni soggetti particolarmente virtuosi, come proprietari di box macchina, i negozi di vendita a ingrosso e minuto di beni non alimentari, ospedali, cliniche, ambulatori e case di cura e, infine, gli spazi di enti e onlus, che vedono calare marcatamente il proprio coefficiente di produzione di rifiuti (si va da un -17 a -8 percento), ma, come gli altri soggetti, finiranno per pagare di più. Insomma, chi produce più rifiuti pagherà di meno, mentre chi ne produce meno pagherà di più.
Ci sarebbe poi un’ulteriore criticità, sempre contenuta nella norma che sconterà la Tari degli ambulanti caricandola sui supermercati di superficie superiore ai 250 metri quadri. La cifra da recuperare si aggira intorno ai 350mila euro, che condurrebbero a un aumento, per questi ultimi, del 7-9%, ben di più di quanto la proporzione vorrebbe. Alcuni fanno inoltre come, tra le rivendite di superficie superiore ai 250 metri quadri non ci siano solo supermercati, ma molti negozi “local” o “express”, vale a dire piccoli franchising che hanno scalzato i negozi tradizionali nel commercio di prossimità.
Sul tema è intervenuto Mimmo Caretta, consigliere del Pd, che ha dichiarato come «il Movimento 5 Stelle, cercando consensi, tradisca il principio tanto sbandierato per cui chi produce più rifiuti paga di più. Invece di cercare facili scorciatoie, sarebbe il caso che incontrasse Amiat per rivedere i termini del contratto di servizio».