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venerdì, 18 Ottobre 2024

Soledar come Stalingrado:  si combatte casa per casa

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Una battaglia casa per casa, cunicolo per cunicolo, stanza per stanza   come nella famosa battaglia di Stalingrado della seconda guerra mondiale.  I morti sono ovunque. Uno scontro sanguinosissimo per entrambi gli schieramenti,è in corso a Soledar, nel Donbass (vicino al confino russo), in un’area  caratterizzata da chilometri di tunnel, quasi a formare una città sotterranea, per la presenza di grandi  miniere di salgemma e di gesso da cui ha preso il nome la città. Tunnel in cui si possono sistemare truppe e armamenti anche pesanti.    E’ questo il drammatico scenario di uno scontro che va avanti dall’estate 2022 che ha praticamente reso Soledar un cumulo di macerie. 

 Nella   battaglia in corso non si fermano gli assalti russi per sfondare le linee difensive ucraine con perdite rilevanti. Nonostante uno sforzo bellico impressionante la città non è  ancora caduta completamente nelle mani russe. 

Ora dopo ora le posizioni cambiano. Per i soldati ucraini si tratta di una tattica di resistenza ad oltranza, sul modello che caratterizzò la strategia tedesca nella seconda guerra mondiale, che intende difendere ad ogni costo le posizioni. Posizioni la cui eventuale riconquista, se fossero abbandonate, implicherebbe un costo molto più elevato in termini di vite umane e nell’impiego di mezzi e armamenti, secondo i cinici calcoli dei generali. 

 La CNN ha riportato la critica di alcuni soldati ucraini che si domandano che senso abbia questa necessità di mantenere ad ogni costo queste posizioni in un quadro simile, in una terra che queste operazioni di conquista e riconquista hanno trasformato in uno spettrale paesaggio lunare, come rilevato dai satelliti.

“Anche se abbiamo avuto i rinforzi, non abbiamo nemmeno il tempo di memorizzare i segni di riconoscimento dei nuovi arrivati” lamenta un soldato di Kiev della 46 brigata aeromobile impegnato in questa carneficina casa per casa.  

Uno scontro feroce che ha raggiunto il culmine in questi giorni  per le continue ondate russe in cui sono impegnati gli spietati  mercenari di Wagner e neo soldati  frutto delle campagne di reclutamento  in atto in Russia. Ondate spesso quasi suicide di migliaia di reclute che ricordano gli assalti alla baionetta della prima guerra mondiale. 

Anche per gli ucraini le perdite sono consistenti.   Hanna Malyar, viceministra della difesa di Kiev, riferisce il drammatico quadro che vede i soldati di Putin muoversi calpestando i cadaveri dei loro soldati morti, che non vengono rimossi, di cui è disseminato il campo di battaglia e gli ingressi della città.  Sempre secondo la stessa fonte la città non sarebbe ancora completamente caduta come era stato più volte annunciato.  “A Soledar intanto continuano aspri combattimenti e il nemico tenta senza successo di sfondare le difese subendo perdite significative perché, nonostante la difficile situazione, i soldati ucraini continuano a combattere disperatamente impedendo la conquista della città” afferma la viceministra.

Certo le dichiarazioni di parte in tempi di guerra sono sempre da prendere con le pinze tuttavia, anche i russi, tramite il capo della milizie WagnerYevgeny (Eugenio) Prigozhin, hanno ammesso che la battaglia è durissima, manifestando ammirazione per la strenua difesa dei soldati. Un quadro drammatico, nel cuore dell’Europa, che evidenzia tutta l’impotenza delle tanto auspicate iniziative diplomatiche.  A questo girone infernale fanno da contraltare i reportage sulle vacanze milionarie dei fortunati oligarchi russi che, in barba a tradizioni e sacrifici di un popolo, se la spassando nelle migliori località turistiche del perverso mondo occidentale, nonostante le previsioni di un deficit statale russo che ormai si aggira sui 47 miliardi di dollari. 

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