Siamo ormai alla fine di aprile, circa un mese dalla delibera regionale della giunta Cirio in cui si faceva richiesta ufficiale di posti letto alle Rsa piemontesi, dove il Coronavirus faceva vittime. Una delibera che aveva scatenato una bufera di polemiche al punto che l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ne aveva preso le distanze.
E nonostante tutto questo le Asl Piemontesi hanno continuato a fare incredibilmente affidamento sulle strutture per anziani dove si moriva ogni giorno.
Ecco i documenti che dimostrano le richieste e la risposta del presidente regionale, Michele Assandri, dell’Associazione Nazionale Strutture Terza Età, Anaste.
Scrive Michele Assandri: “Le RSA geriatriche sono strutture socio-sanitarie che non possono prendersi in carico pazienti con patologia acuta, come può manifestarsi quella del Covid-19 in una persona anziana non autosufficiente e con un alto tasso di comorbilità, altrimenti, non si spiegherebbe l’elevato numero di decessi avvenuto in questo mese nelle Rsa, se la patologia del Covid 19 non avesse l’acutizzazione quasi sempre per il paziente geriatrico”. Per questo dice Assandri, “il rapporto dell’istituto Superiore di Sanità spiega come comportarsi per la prevenzione del contagio nelle Rsa, ma non riconosce in esse strutture adeguate per la cura dei malati.
Il presidente Anaste replica alle Asl ricordando che “la fasce assistenziale alta incrementata da Voi richiamata prevede parametri assistenziali non adeguati per un paziente ad alto bisogno di assistenza sanitaria”.
Quindi Assandri rispedisce al mittente la richiesta, sollecitando a non ridurre la disponibilità dei posti letto all’interno dei reparti ospedalieri dedicati esclusivamente ai pazienti affetti dal Covid 19, visto che nelle Rsa piemontesi sono presenti circa “4 mila ospiti risultati positivi”.
I documenti