Povero il dottor Paolo Giordana, l’alter ego della sindaca Chiara Appendino, fino all’altro ieri ossequiato dalla stampa per qualche segretuccio in più, come una sorta di Lord Gladstone, il famoso primo ministro della regina Vittoria, innalzato a Sua Eminenza grigia dai burocrati di corridoio, da ieri finito nella polvere di Palazzo civico.
Non è simpatico, ma fa tenerezza questo travet della ruota della fortuna cui è uscito il jackpot della vita, circondato da sciacalli pronti a mordergli la carotide e sperare che muoia (metaforicamente) dissanguato. Nel punto più basso della sua carriera di consigliori, dopo il panico di sangue su scala industriale di piazza San Carlo, è stato offerto al ludibrio della gente come il Rasputin della Sala Rossa. Ossia il monaco russo che soggiogò una zarina di tutte le Russie.
Che esagerazione! Rasputin era un monaco, Giordana non ha neppure la licenza di apprendista prete. Il russo odiava e uccideva, questo algido torinese al massimo si è dilettato ai primi scalini della vendetta per i dispettucci subiti da qualche attempato dirigente, quando vagava tra gli uffici del Comune alla ricerca del numero vincente. Non si infierisca sul modesto Giordana. Non è colpa sua se è al servizio di una sindaca che mentre 1527 persone venivano ricucite nei pronto soccorso, cercava di arrampicarsi sui vetri… delle scuse.