Appello alle persone con disabilità, ai loro familiari e alle associazioni
vogliamo l’aumento delle pensioni di invalidità presidio nazionale davanti a tutte le prefetture d’Italia
L’8 febbraio 2019 alle 16.00 invitiamo le persone con disabilità, i loro famigliari e le associazioni in tutta Italia a essere presenti a presidi previsti davanti alle Prefetture per chiedere l’aumento delle pensioni di invalidità. A lanciare l’appello via social è stato Angelo Catanzaro, responsabile dell’Ufficio H (Disabilità) della UILP Piemonte e persona con disabilità molto attiva anche nel mondo della disabilità.
Secondo Catanzaro, ancora una volta, la politica nazionale si è dimenticata delle persone con disabilità e ha voluto mantenere solo alcune delle promesse fatte in campagna elettorale. La manovra finanziaria ha visto approvare il reddito di cittadinanza e quota 100, ma non l’aumentodelle pensioni di invalidita’ riguardanti un milione e settantadue mila persone che continueranno a percepire 285,66 euro mensili,equivalenti a 9,50 euro giornalieri.
Secondo i calcoli basati su dati Istat, sono circa 250mila i nuclei famigliari con un membro con disabilità che rientrano nei criteri previsti dalla manovra per accedere al reddito di cittadinanza. Gli altri nuclei familiari con un membro con disabilità che non rientrano nei criteri previsti dalla manovra, anche a causa del conteggio delle stesse pensioni di invalidità percepite dal membro con disabilità, sono escluse dal reddito di cittadinanza.
Questa discriminazione non tiene conto delle difficoltà economiche che tali famiglie affrontano con una pensione di invalidità insufficiente a rispondere ai bisogni della persona con disabilità. Noi riteniamo che un coefficiente aggiuntivo che consideri la presenza di una persona con disabilità in ogni nucleo dovrebbe essere presente nei criteri del reddito di cittadinanza. Ricordiamo inoltre che il concetto di povertà non esclude la presenza di un patrimonio quando esso sia infruttifero (ad esempio la prima casa): la legge n. 33/2017 considera povere anche le persone con rilevanti patrimoni infruttiferi. Quindi chiediamo l’aumento delle pensioni di invalidità da 285,66 euro a 780,00 euro esattamente come l’importo del reddito di cittadinanza.
Inoltre, per ciò che concerne la Previdenza Sociale, vogliamo che ci sia anche l’aumento dell’importo dell’indennità di accompagnamento INPS attualmente erogata nella misura di € 515,34 mensili per 12 mesi. Tale aumento dovrà riguardare le persone con disabilità con limitata o nulla autonomia, non in grado di essere inserite in attività produttive, e i malati cronici (minori, adulti e anziani) non autosufficienti.
Sono oltre un milione i cittadini italiani con bisogni sanitari e socio-sanitaricontinuativi e indifferibili nelle 24 ore quotidiane, il cui soddisfacimento deve essere assicurato per la loro stessa sopravvivenza. Considerato che si tratta di persone che molto spesso non sono nemmeno in grado di segnalare le loro esigenze vitali, come è possibile garantire le prestazioni fondamentali di cui necessitano con il misero importo di 70 centesimi di euro all’ora che eroga oggi lo Stato?
Altresì denunciamo con forza l’esclusione dagli obblighi del patto per il lavoro previsto per accedere al reddito di cittadinanza: le poche persone con disabilità, che riceveranno il contributo non dovranno dover lavorare o partecipare a percorsi di formazione e inserimento.
A Pari diritti pari doveri: le persone con disabilità in condizione lavorativa vogliono avere un impiego, non l’elemosina!
Per info e adesione scrivere a: nonsiamocittadinidiserieb@gmail.com