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giovedì, 13 Marzo 2025

No Olimpiadi, in Comune centri sociali e associazioni presentano la loro prima iniziativa contro i Giochi

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Giovedì 3 maggio, alle 11.30, a Palazzo di Città, il Coordinamento No Olimpiadi Torino 2026, Cono, presenteranno la loro prima uscita ufficiale.
Centri sociali, comitati di cittadini, associazioni e altre realtà si sono dati appuntamento proprio in Comune, in Sala Musy, per la conferenza stampa in cui verrà illustrata l’assemblea del 5 maggio, alle 15.30 in piazza Montale, in cui, dicono dal Cono verranno spiegati «i motivi del no e verrà distribuito il manifesto “Un No per vincere tutte e tutti” in cui verranno presentati gli obiettivi della nostra mobilitazione per rimettere al centro del dibattito politico i reali problemi sociali di Torino».
Ecco il manifesto integrale del Cono:
Manifesto contro le Olimpiadi di Torino 2026
Con l’annuncio da parte di Sindaca Appendino e Movimento 5 Stelle dell’intenzione di candidare Torino alle Olimpiadi Invernali del 2026, si è formato in città e provincia il CO.N.O, coordinamento di organizzazioni e cittadini contrari all’ipotesi di una nuova candidatura. Contrarietà motivata dell’impatto pesantemente negativo dei giochi ospitati nel 2006, riconducibile al debito creato, il quale ha avuto pesanti ripercussioni sulle nanze comunali e sui servizi ai cittadini torinesi, specialmente quelli più deboli. Senza dimenticare poi i danni creati all’ambiente e al territorio urbano ed extraurbano. Con invece ricadute positive molto limitate nel tempo ed esauritesi in fretta, non proporzionali agli investimenti e ettuati e agli e etti negativi poi manifestatisi nei dieci anni seguenti i giochi.
Il CO.N.O (Coordinamento No Olimpiadi) giudica le Olimpiadi di Torino 2026 un grande evento, assimilabile alla costruzione di una grande opera, quale la linea TAV Torino – Lione, in cui sono più gli interessi e i bene ci di tipo economico che ne derivano a coloro i quali ne gestiscono la realizzazione che non il valore dal punto di vista sportivo. Valore relegato a spettacolo di agonismo, che prescinde da ogni ricaduta sulla pratica e ettiva dello sport, specialmente nelle località in cui si svolgono, dove restano solamente grandi impianti inutilizzati: costosi per le manutenzioni e destinati quindi ad essere abbandonati.
Il Coordinamento ritiene nel contempo l’idea che possa esistere un grande evento a impatto zero un assurdo matematico. Oggi è dato sapere solamente che il costo medio di un’edizione invernale delle Olimpiadi è pari a 3,1 miliardi di dollari (2,5 miliardi di euro), mentre i calcoli preventivi pubblicati dai maggiori quotidiani nazionali inerenti Torino 2026 variano tra 1 e 2 miliardi di euro.
Il preventivo di spesa di Torino 2006 fu invece pari a 550 milioni di euro: nell’ipotesi migliore, oggi si prevede già di spendere o il doppio o il quadruplo di quanto preventivato dodici anni fa. Il conto viene pagato, in ogni caso, attraverso un nanziamento apposito del Governo al Coni: quindi si tratta sempre di risorse pubbliche, che verranno poi assegnate con procedure di emergenza assimilabili, nell’ordinamento amministrativo italiano, solo agli appalti della Protezione Civile in caso di calamità naturale. Procedure che non garantiscono nulla se non una “spartizione” rapida dei soldi pubblici, dato che non vengono applicate le normative sulla trasparenza delle gare d’appalto e contro le in ltrazioni ma ose. E i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti viste le condizioni indecorose nelle quali ancora vivono nel nostro paese le popolazioni colpite dai sismi degli ultimi anni. Tutto ciò avviene inoltre in un contesto nel quale l’Unione Europea impone manovre correttive al bilancio italiano perché al suo interno si avrebbero sforamenti di pochi decimali dei parametri comunitari.
Semplicemente, grandi opere e grandi eventi drenano risorse alla spesa per servizi, incanalando ingenti quantitativi di denaro verso spesa improduttiva: il costo maggiore per l’organizzazione di un grande evento è, ad esempio, quello della sicurezza, che al momento non è nemmeno quanti cabile. E il contesto storico in essere non permette fantasiose ipotesi low cost, in materia di sicurezza: che resta quindi un costo improduttivo, non ammortizzabile e non comprimibile.
Il Co.N.O si propone quindi di rendere evidenti e pubbliche le motivazioni della non opportunità né di fare svolgere nuove Olimpiadi invernali a Torino nel 2026 né di partecipare in alcun modo
alla loro realizzazione. E ritiene, di conseguenza, non ammissibili e privi di validità confronti e discussioni che partano dal presupposto della fattibilità, in qualunque condizione, dell’evento, avvengano essi all’interno di iniziative di carattere istituzionale e di organismi appositamente costituiti oppure abbiano solo valore dialettico. Conseguentemente il Coordinamento chiede al Comune di Torino, Consiglio Comunale e Sindaca, di non presentare l’autunno prossimo la candidatura al CIO e si impegna comunque, nel frattempo, a seguire e contrastare da vicino tutte le fasi, istituzionali e non, che porteranno nei prossimi mesi alla de nizione e valutazione del progetto da parte dell’ente e alla sua conseguente discussione e votazione in Consiglio Comunale, per manifestare in modo pubblico ed evidente le ragioni del dissenso nei confronti dell’ipotesi di candidatura.
Co.N.O – Coordinamento No Olimpiadi 2026
 
Ecco il volantino No Olimpiadi

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