C’è grande l’entusiasmo nello staff che è stato vicino ed ha creduto in Stefano Lo Russo sindaco di Torino. Una affermazione per nulla scontata fino a poche settimane fa e dopo i primi sondaggi.
Una vittoria netta su cui ha sicuramente pagato il discorso di unità che si è progressivamente imposto in una sinistra in cui frammentazioni e polemiche sono una costante.
Un’unità che ha fatto seguito a delle vere primarie che invece di lacerare il gruppo hanno rafforzato un nuovo quadro composito che, a dispetto delle sempre presenti malelingue, è andato ben oltre l’apparato dem. Un piano unitario che si è andato progressivamente rafforzando. Un lavoro interno prezioso che si è svincolato dalla perenne domanda sul rapporto con i pentastellati. Un elemento che è rimasto come fattore di criticità tra le varie componenti del centrosinistra.
In questo quadro forte è stato l’impegno dei radicali Igor Boni e Silvio Viale e della lista Torino Domani del civico Francesco Tresso, che ha rappresentato un’autentica sorpresa alle primarie del centrosinistra. Si è trattato di un apporto di gioventù entusiasmo e di nuove energie che, oltre ai civici, ha riguardato il successo dalla nuova formazione Sinistra Ecologista. Insomma nuova linfa per la vecchia quercia dem in cui prevalgono gli over 50. Anche l’ex vicepresidente del consiglio comunale Enzo Lavolta non ha fatto mancare il suo appoggio.
Certamente su questa affermazione del centrosinistra torinese, che ha avuto conferme sul piano nazionale, ha pesato il fatto che il quadrato delle falangi dem sia rimasto quanto mai composto e determinato.
Una linfa alimentata anche da laboratori civici e da infaticabili tessitori come Pino de Michele. Certo ha pagato una campagna elettorale estenuante in cui il nuovo sindaco si è strenuamente impegnato in un tour de force che lo ha visto presente in decine di mercati e realtà a confrontarsi con i cittadini. Simbolica è rimasta la sedia.. come simbolo di questi incontri.
Ora è importante che sia dato reale spazio e forza a idee nuove per rispondere alle tante domande dei cittadini che mai come in questa consultazione elettorale si sono astenuti dal voto.
Insomma meno professionisti della politica e più impegno nei quartieri per una Città che aspetta ulteriori svolte per esaltare le sue grandi potenzialità come città del turismo e dell’innovazione. Città della tradizione e della ricerca che ospita centomila studenti da tutto il mondo. Una realtà geneticamente democratica e solidale che non è passata alla destra sovranista. Un fatto che qualche mese fa non era dato per nulla scontato. Una destra che invece, pur proclamando unità, non è mai stata così divisa e le avvisaglie del successo del centrosinistra hanno comportato un deciso distacco di Forza Italia dalle posizioni e dalle recenti ambiguità sovraniste.
Si spera che questo patrimonio unitario continui a privilegiare il dialogo con i cittadini in un periodo quanto mai critico e carico di tensioni ma anche di premesse di ripresa per una Torino che vuole e può vincere la sfida del futuro.
Un dato comunque emerge: Torino è profondamente europea e solidale, ma senza sviluppo, senza occupazione, senza una crescita sostenibile ed ecologica (aria pulita, servizi efficienti) la sfida europea non si vince e le persone continueranno ad astenersi. Una lezione per certe uscite demagogiche come quella lanciata da candidato sindaco imprenditore poco prima del ballottaggio: un biglietto del tram per tutti a un euro. Forse avrebbe dovuto prendere le distanze in qualità di “liberal” da certe recenti posizioni della leader di Fratelli d’Italia. Cosa non certo possibile… Certo Lo Russo come podista ha iniziato con il suo passo e poi non si è più fermato. distanziando l’avversario che aveva iniziato in modo spumeggiante la gara.. .