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lunedì, 10 Marzo 2025

In piazza San Pietro con un’immagine di Emanuela Orlandi: il sit-in a 40 anni dalla scomparsa

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

Sono passati quarant’anni da quel maledetto 22 giugno 1983 in cui spari nel nulla la quindicenne cittadina vaticana Emanuela Orlandi.

Il consueto sit-in, promosso dal fratello Pietro per domenica 23 giugno 2023, significativamente si trasferirà da Largo Giovanni XXIII in Piazza San Pietro per l’Angelus di Papa Francesco.  Tutti i partecipanti sono stati invitati a portare un’immagine di Emanuela.

Dopo tanti anni continua l’altalena di speranze, aperture e ostacoli, in un mare di polemiche. L’ultima ha riguardato in prima persona Papa Wojtyla, scatenando reazioni e indignazione anche a livello internazionale oltre che nella Santa Sede.   

Gli ostacoli ora provengono anche dal mondo politico che sta rimettendo in discussione una Commissione d’inchiesta bicamerale che sembrava cosa fatta. Questo dopo che, sorprendentemente, a inizio 2023, si sono aperti fascicoli sia in Vaticano che presso la Procura di Roma su un caso archiviato nel 2015.

L’ultima querelle vede protagonista il promotore di giustizia dello Stato vaticano Alessandro Diddi che si è detto deluso, puntando il dito contro Pietro Orlandi per i risentimenti emersi nei post da lui pubblicati, assicurando di stare facendo di tutto per contribuire a ricostruire questa vicenda. Ricordiamo che Diddi si è dichiarato fortemente contrario all’istituzione ella commissione d’inchiesta da lui eloquentemente definita : “un’intromissione perniciosa per le indagini in corso”.

Un fatto che ha profondamente toccato Pietro Orlandi per il quale i diktat del Vaticano sono alla base degli ostacoli emergenti nell’istituzione della Commissione d’inchiesta bicamerale. Un contesto inatteso dopo il  lungo e incoraggiante  incontro di Pietro con il procuratore vaticano, dell’11 aprile, che aveva manifestato piena  disponibilità a collaborare alle indagini, dopo un  silenzio perdurante da decenni Oltretevere. 

La ricerca della verità continua con tutte le problematiche legate ad una vicenda di molti anni fa,  in tempi bui di guerra fredda e scandali finanziari. Il rischio è che tutto si fermi a un grande calderone mediatico come per tanti “misteri italiani”. A quanto pare sono ancora forti gli interessi di chi non vuole che la verità emerga mentre continuano voci, ipotesi e discutibili roboanti annunci ripresi da media che spesso puntano solo ad avere tante visualizzazioni.

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