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lunedì, 3 Febbraio 2025

Christian Raimo: ho 16 anni e sono fascista

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Aldo Novellini
Aldo Novellini
Nato a Torino nel 1963, sposato, due figlie, giornalista pubblicista, collaboratore da molti anni del settimanale cattolico La Voce e il Tempo e Nuova Società. Dal 2015 è direttore responsabile della testata on line Agenda Domani

L’Europa è attraversata da una forte ventata di estrema destra che in Italia assume, quasi naturalmente, le fattezze di un richiamo neofascista. Ecco allora il sorgere di tutta una galassia nazionalista e sovranista che ruota attorno a organizzazioni come Forza Nuova, CasaPound, ecc.. Un universo estremista che sembra attrarre molti giovani, affascinati dal suo armamentario culturale. Il giornalista Christian Raimo, nel suo ultimo libro “Ho 16 anni e sono fascista” (edizioni Piemme), svolge un’indagine a tutto campo sull’estrema destra e sugli ambienti giovanili che ad essa si richiamano.

Ne scaturisce un quadro che evidenzia la presa che le ideologie estremiste hanno sulla generazione dei cosiddetti Millennials, i giovani nati a cavallo o appena dopo il Duemila. Ragazzi magari lontani dalla politica ma attirati da quel coacervo di tradizionalismo che gira attorno al mondo dell’estrema destra. Un mondo che è peraltro inesatto confondere con un generico populismo. Sono cose diverse, anche se questo neofascismo pesca molte delle sue istanze nella demagogia populista, a cominciare dall’eterna contrapposizione con la democrazia parlamentare e rappresentativa, definita sbrigativamente la casta.

Il fatto è che questo neofascismo, con forti venature naziste, intriso di parole d’ordine come: nazione, sicurezza, onore, fedeltà, pare riuscire a coinvolgere gruppi sempre più numerosi di giovani. Essi forse intravedono in questa ideologia, un’alternativa alla società globalizzata, dove il mercato la fa da padrone e la precarietà sociale è sempre dietro la porta.

Il ruolo per decenni giocato dalla sinistra, portatrice di un ideale anticapitalista oggi sembra aver cambiato sponda e questo vessillo è finito in mano all’estrema destra. Il fatto è che la politica tradizionale, quella liberale, riformista e moderata è lontana da larga parte dei nostri giovani e la sinistra viene ritenuta anch’essa omologata al sistema. Troppo supinamente è parsa accettare la logica liberista non opponendosi credibilmente alla crescita delle disuguaglianze e così facendo ha lasciato a questo neofascismo, imbevuto di vecchi miti come la socializzazione o la lotta alle plutocrazie, il vessillo di una società in antitesi a quella liberalcapitalista. E così l’estrema destra – violenta, proterva e demagogica come sempre – ha la strada spianata. E’ tempo che si rifletta su questo fenomeno, provando a conoscerlo per meglio affrontarlo.

 

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