Un litigio tra clochard: questo sarebbe il movente dell’uomo fermato a Genova e accusato di essere l’autore dell’incendio che i 21 ottobre ha distrutto parte della Cavallerizza, patrimonio architettonico Unesco occupato dal 2014.
Il senza tetto, D.O. 38 anni di origini marocchine, come detto è stato fermato nel capoluogo ligure, durante un controllo, a seguito del quale è emerso che a suo carico c’era un mandato di fermo disposto dalla Procura di Torino.
Nel corso dell’indagini erano stati ascoltati dagli investigatori alcuni occupanti. Tra questi anche D.O. il quale riferiva di essere senza fissa dimora e di vivere all’interno della Cavallerizza da un paio di mesi. L’uomo aggiungeva che era rientrato nella struttura alle 6 del mattino e che era totalmente estraneo ai fatti, visto che aveva trascorso la notte ai Murazzi.
Una versione che non aveva convinto gli investigatori, anche perché a smentire D.O. c’erano i filmati delle telecamere installate dalla polizia per le indagini sull’attività di spaccio all’interno della Cavallerizza.
Nel filmato si nota il 38enne dirigersi verso la porta della Cavallerizza versare il liquido di una bottiglia in vetro e tentare di dare fuoco con un accendino, senza però riuscirci. Passano un paio di ore e D.O. viene filmato nuovamente mentre si dirige nella zona granai e mentre accende qualcosa. Dopodiché scaturiscono le fiamme del rogo.
Come movente un litigo, come abbiamo accennato all’inizio, e quindi un atto di vendetta.