Campagna elettorale ormai alle battute finali, almeno per ciò che riguarda i moltissimi candidati per il rinnovo del consiglio comunale e delle circoscrizioni di Torino che, salvo l’attesa per l’eventuale premio di maggioranza se si parlerà di ballottaggio per il Sindaco, venerdì a mezzanotte finiranno la loro corsa verso Palazzo civico e attenderanno con ansia i risultati finali. Chissà se qualcuno ha la passione per gli oroscopi, se si è fatto consigliare dal farmacista di fiducia per l’integratore migliore affinché si resti lucidi, se qualcuno ha perso peso per l’ansia o se lo invece lo ha preso per quei momenti conviviali che nelle campagna elettorali si organizzano con abitudine.
E’ una campagna “anomala” a detta di quasi tutti i contendenti, che ha obbligato a correre come forse non era mai accaduto prima visto le poche settimane a disposizione. E se è vero che alla fine tutto si decide negli ultimi giorni, proprio per quegli indecisi che ad oggi sarebbero il 40 per cento e che sembra sciolgano le riserve nelle ultime ore maturate prima di recarsi al seggio, lo è anche il fatto che l’attesa per essere ufficialmente in campo è stata lunga e faticosa. Lo è stato di certo per il candidato sindaco del centrodestra Paolo Damilano, che palesò la sua disponibilità a correre quasi un anno fa; c’è stato di mezzo il rinculo anche aggressivo della pandemia che ha congelato tutto e alla fine spostato la data da giugno all’autunno, la lunga elaborazione all’interno del centrosinistra per un candidato che fosse espressione di tutti e la scelta delle primarie che hanno designato Stefano Lo Russo quale miglior contendente alla guida della città. E poi l’attesa interminabile per una data che doveva essere a metà ottobre poi a metà settembre e infine è stata fissata per il fine settimana che ci attende, domenica 3 e lunedì 4.
Stop and go che alla fine hanno lasciato effettivamente poco tempo agli aspiranti consiglieri, con il risultato che per molti la sensazione è quella di trovarsi in un gigantesco frullatore nel quale mescolare vita privata, professionale se si ha un lavoro dal quale ci si non si può mettere in ferie o in aspettativa, campagna elettorale ed esigenze di figli, cani, gatti, suoceri e genitori, mariti e mogli non necessariamente in quest’ordine.
Laura Clarici del PD candidata al consiglio comunale è fisioterapista: lo slogan che accompagna le sue iniziative è “riabilitiamo Torino” e sugli inviti trova posto spesso la spina dorsale intorno alla quale solerti operai costruiscono un’impalcatura. Di certo alla fine delle giornate un po’ di mal di schiena ci sarà, con queste corse. “La campagna elettorale è faticosa perché si aggiunge a lavoro e famiglia, ma ha un vantaggio ed è quello di quello di avermi riconnessa al rapporto con le persone e al colloquio a tu per tu, attività persa durante il lockdown. Quindi, comunque vada per me ha questo vantaggio: mi ha consentito di riaprire una finestra di relazione sia con persone conosciute che con persone non della mia cerchia più stretta, in un modo dialogico favorendo quel confronto umano di cui non mi rendevo conto ma avevo una gran mancanza”. Per Alberto Pilloni candidato PD in circoscrizione 3: “L’impegno più grande è concentrare in poco più di un mese i ritorni di 5 anni di lavoro. Si rinuncia alla tranquillità, alle passeggiate in montagna e alla cura delle piante in balcone” mentre per Caterina Greco, anch’essa candidata in comune coi dem si rinuncia alla famiglia e al tempo libero e anche ad una alimentazione equilibrata.
Proprio l’alimentazione e il corretto stile di vita dovrebbero invece essere i maggiori alleati del candidato che, se paragonato ad un atleta, deve raggiungere il massimo della propria performance. Parola di personal trainer. Il coach Davide Cormegna sottolinea “seppur breve, la campagna elettorale è certamente un momento molto stressante dal punto di vista psicofisico e richiede grande energia. A tavola, e negli appuntamenti conviviali, è necessario evitare grassi, zuccheri perché questo consente di stabilizzare la glicemia. Di conseguenza la concentrazione sarà massima. L’attività sportiva non deve essere trascurata, perché può migliorare il quadro dello stress per affrontare il percorso verso il voto in modo molto più concentrato e determinato. Le attività che aiutano di più sono quella cardiovascolare al mattino al digiuno, anche solo una corsa”.
Salvare nella propria agenda un momento per una sana corsa in solitaria, o per impugnare la bici e scollinare e scaricare lo stress, rinvigorendo muscoli, cuore e polmoni: sano consiglio ma chissà quanti sono riusciti a metterlo in pratica.
Anche per Paolo Biccari candidato in circoscrizione 5 per I Moderati la campagna elettorale è molto faticosa, ma è una gratificante. “Sicuramente ciò a cui si rinuncia di più è il tempo per sè stessi ed i propri cari, ma sono rinunce fatte con il cuore, ascoltare i cittadini, i propri problemi ed i propri suggerimenti colma le rinunce che sto facendo” E alla fine della corsa, cosa farà? “Ovviamente dipende dal risultato, ma sicuramente se eletto cercherò di capire come stanno procedendo alcune richieste che ho fatto ed alcune promesse di inizio lavori che ho ricevuto, soprattutto sulle aree gioco. Personalmente la mia campagna elettorale è anni che è in atto, oltre 340 segnalazioni fatte e oltre 200 incontri e sopralluoghi con i cittadini per me sono campagna elettorale.
Per Biccari la fatica di fare conoscenze nuove e prendere caffè con vecchi amici è davvero molta, soprattutto perché lavorando a tempo pieno è necessario trovare spazi da togliere a sé stessi ed agli affetti; aspetto, quello del lavoro che deve convivere con l’impegno elettorale e di promozione della propria candidatura sottolineato anche da Giorgio Diaferia, che corre per un posto in consiglio comunale nel centrodestra, con Progresso Torino.
“La campagna elettorale per chi svolge un’attività che non può essere interrotta è faticosa perché devi fare iniziative elettorali, quelle che puoi, e che riesci ad organizzare in mezzo a impegni di lavoro, cercando di rimanere lucido, concentrato sia nella tua attività professionale che in quella di promozione, essendo convincente. Si rinuncia a quei pochi momenti di tempo libero perché è proprio in quelli che si fa la campagna. Anche nelle pause pranzo, nei pochi spazi che si creano nella tarda mattinata o nel pomeriggio, non si riposa”. Se si considera che Progresso Torino è una lista nata da pochissime settimane, il lavoro è stato moltiplicato “La prima difficoltà è stataquella di farci conoscere – spiega Diaferia – poi il poco tempo ha fatto sì che chi ha poco spazio libero perché ha un’attività, ha dovuto fare i salti mortali e parecchi sacrifici”.
Ma arrivati alla fine, che faranno i nostri candidati? Quando si saprà se i sacrifici avranno dato i loro risultati? “Dipende dal risultato, se positivo festeggerò con le persone care perché lo sforzo è stato per tutti impegnativo, anche la sopportazione di moglie e figli è stata importante, e li ringrazierò – conclude Diaferia – . Se sarà andata male, abbiamo già deciso con gruppo di fare una bella cena, una riunione per chiederci cosa vogliamo fare e se vogliamo andare avanti insieme.
Claudio Broglio, candidato della Lega al consiglio comunale non ha dubbi: In campagna elettorale si rinuncia a tutto. “E’totalizzante. Famiglia, lavoro, tempo libero vengono purtroppo trascurati. Sono settimane veloci, che si vivono con la pressione di chi ha accanto una clessidra. Pensi che lo stress dell’ultima campagna elettorale mi ha condotto a diventare vegetariano. Dal 2017, le amministrative di Grugliasco, un po’ perché lavoravo tanto alla notte, lo stress di candidatura a sindaco. La campagna elettorale ti sconvolge ed è in grado di cambiarti un pezzo di vita. Sei sospeso in un’altra dimensione.
Per un Paese fatto di una politica perennemente in campagna elettorale, i rush così rapidi e intermittenti non dovrebbe stupire, secondo lo psicologo e psicoterapeuta Angelo Musso, autore di molti libri ultimo dei quali “Resilienza e benessere. “Oggi la politica è simil americana, molto concentrata nel paio di mesi prima della data elettorale e dove l’elettorato viene conquistato con delle battute feroci e di aggressività contro le opposizioni, dove si dichiarano le malefatte di coloro che hanno governato fino ad oggi e si punta nell’innovare o modificare o nel cambiamento – sostiene Musso – . Psicologicamente, il “cambiamento” è un termine ormai svuotato di significati. Non dovrebbe mai cambiare niente, se non migliorare ciò che c’è. Ho sentito alcuni discorsi intelligenti ed efficaci che dicono <perché non mettiamo in moto delle ristrutturazioni, perché non modifichiamo quello che già c’è; perché sradicarci ogni volta, perché confondere la gente?> Questo mi sembra un buon segnale. Sia a sinistra che a destra ci sono alcuni cervelli che funzionano bene indipendentemente dalla loro presa di posizione ideologica, strutturale”. E aggiunge: “Ormai il la partitocrazia intesa come un tempo non esiste più: gli elettori votano le persone, perché degne di fiducia, perché presentano programma di modificazione di ciò che è lo stato attuale”. Proprio perché oggi il successo è personologico, perdere fa più male di un tempo? “In fondo i politici non perdono mai – osserva lo psicologo – . Sono adulti, allenati, hanno buone capacità di resilienza. Alcuni, magari convinti di un risultato che non poi arriva, cadono in una situazione di ansia e presentano i sintomi di un trauma post traumatico che spesso insidia il quotidiano con sensazioni fastidiose che possono avere strascichi sul medio e lungo periodo, fino a un anno. Ma oggi, la classe politica è ben strutturata, e ha capito che anche all’opposizione si può far molto”.
E dopo, dunque? Clarici prenderà sottobraccio “una mamma arzilla e lucidissima di 95 anni” e la porterà in vacanza mentre Caterina Greco, incrociando le dita, si augura di condividere un risultato positivo “con chi ha lavorato con me e con chi mi ha sostenuta, i compagni di viaggio”. Per Broglio “se il risultato sarà buono, mi dirò che tutto quello che ho fatto ha avuto un senso, i compleanni lasciati indietro, i l tempo con la famiglia sacrificato… se invece andrà male, forse penserò di dedicarmi ad altro. E poi Alberto Pilloni che invece comunque andrà, cercherà pace annunciando “dopo il risultato passerò 24 ore di silenzio e totale inattività”.ele