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domenica, 8 Settembre 2024

“Alto Piemonte”, il boss dissociato Dominello: “Io sono spazzatura e per colpa mia Agnelli è stato tirato in mezzo”

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

di Moreno D’Angelo

Il presunto boss Saverio Dominello si è dissociato dalla criminalità organizzata e ha di fatto sollevato il presidente bianconero da ogni coinvolgimento ma non farà mai il pentito.
È quanto emerso dalle sue dichiarazioni spontanee che hanno animato l’udienza preliminare dell’inchiesta dei pubblici ministeri Paola Toso e Monica Abbatecola nominata “Alto Piemonte” sulle presunte infiltrazioni della mafia calabrese al nord, nel cui ambito è emerso lo scandalo dei rapporti tra Juventus e ‘Ndrangheta per la vendita di biglietti che vedono coinvolto il figlio del boss, Rocco Dominello.
«Le cosche mi fanno schifo. Io sono spazzatura e per colpa mia il presidente bianconero è stato tirato in questo caso mediatico» ha dichiarato Domitello, presunto boss del “feudo” di Montanaro nel Canavese, zona in cui la ‘Ndrangheta è da tempo radicata. Saverio Dominello ha detto di non operare per l’organizzazione criminale dal 2012 e che solo oggi si è formalmente dissociato «perché far parte della ’ndrangheta è un marchio d’infamia e non volevo che i miei figli pagassero per questo. Mi possono anche sparare in testa, ma la mia famiglia deve rimanerne fuori. Sono dispiaciuto. Tutto questo non sarebbe successo se non fosse stato coinvolto il mio nome».
In particolare Domitello ha fatto riferimento anche al tentato omicidio di Volpiano di cui è accusato in concorso con il figlio precisando che quest’ultimo non avrebbe colpe: «Lui non c’era e io sono solo l’esecutore e non il mandante», ha spiegato.
Nel corso dell’udienza il gup Giacomo Marson ha anche deciso le costituzioni di parte civile: non è stato ammesso l’azionista juventino Marco Baca, mentre la Città di Torino e la Regione Piemonte sono stati ammessi solo contro alcuni imputati e per alcuni reati.

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