Le prossime elezioni del Sindaco di Torino impongono una profonda riflessione sul ruolo della Città Metropolitana alla luce di cinque anni di attività in applicazione della legge “Del Rio”. Il tavolo del centrosinistra che con Agenda Torino 2031 sta strutturando il percorso da compiere per giungere a una città moderna e internazionalmente competitiva, guarda oltre la cinta daziaria e lo fa sedendo al tavolo i sindaci delle zone omogenee e le diverse esperienze dell’Anci coordinate dal consigliere regionale dem Daniele Valle.
In un documento, preparato dal sindaco di Grugliasco Roberto Montà e da Elena Apollonio e sul quale si è aperto un ampio confronto, sono evidenziate le difficoltà sul piano economico, gestionale e di assetto istituzionale, che progressivamente sono state parzialmente risolte in questi anni dallo Stato. “A questo processo, che deve proseguire per garantire sostenibilità all’Ente – sottolinea Montà si deve accompagnare tuttavia un cambio di passo rilevante a livello di governance e di modello di gestione.
E’ lui stesso che evidenzia “In questi anni l’Ente ha perso capacità di rappresentanza e di guida del territorio, non facendo sentire il Suo peso a livello istituzionale nei rapporti con la Regione e con i comuni. Le somme del Recovery Fund devono rappresentare l’occasione per coordinare le progettualità e le vocazioni del territorio metropolitano, riconoscendo peculiarità e diversità delle aree interne e montane rispetto alla conurbazione metropolitano”.
“Come si immagina Torino tra vent’anni? Come una città che continua a perdere abitanti per diventare un borgo di Milano? Se non vuole questo, deve assolutamente pensare alla dimensione metropolitana e non più solo a sé stessa nella cinta daziaria – riflette Elena Piastra, sindaca di Settimo – . Le zone omogenee devono diventare distretti territoriali in grado di mettere insieme progettualità e servizi, andando oltre i confini geografici, quelli “delle cartine che troviamo sulle pareti di Palazzo Civico quando ci incontriamo – sottolinea Piastra – . Oggi la città non può più guardare a sé stessa con una logica che rifletta le sole esigenze all’interno del suo confine ma le strategie devono compiersi guardando al di fuori”.
Non esistono più confini, tra Nichelino, Moncalieri, Grugliasco, Settimo, Collegno e il capoluogo: prporio per questo, per favorire chi si muove da e per la città verso l’hinterland sono necessarie politiche corali e omogenne, regolamenti che dicano la stessa cosa, tariffe e servizi di alto livello e “in rete”.
“E’ indispensabile strutturare un servizio di assistenza ai comuni, in particolare quelli più piccoli, per accompagnarli nelle difficoltà di gestione che incontrano – ricorda Montà – . Un nuovo modo di pensare l’Ente è possibile, coniugando sussidiarietà per alcune attività, come recentemente accaduto con il bando a favore di interventi di manutenzione del territorio finanziato da Città Metropolitana, e capacità invece di essere aggregatore per alcune attività che necessitano di una scala più ampia”.
La necessità è quella di strutturare un modello di governance con un coordinamento più efficace tra Amministrazione, Consiglio Metropolitano e Zone Omogenee per condividere impostazioni strategiche, atti fondamentali e gestione dei processi territoriali a partire dalle opportunità che si generano sul fronte dei finanziamenti e della competenza della Città Metropolitana.
Viabilità, infrastrutture, ambiente, energia, istruzione e formazione professionale, inclusione sociale sono i terreni su cui costruire raccordi, relazioni e progettualità che mettano in rete il territorio.
Serve capacità propulsiva e di acceleratore delle potenzialità che sono presenti, superando le frammentazioni territoriali e agevolando invece forme di cooperazione con gli attori economici e sociali a livello provinciale e territoriale.
Il Piano Strategico recentemente approvato è stato l’avvio di un percorso che va ulteriormente calato nell’agire concreto e favorendo dal basso processi virtuosi di sviluppo sostenibile.
Anche per Marco Orlando, Anci Piemonte, è necessario un cambio di passo della Città metropolitana. Occorre che la politica ritorni a guidare l’Ente dopo anni di fatto di abbandono a livello politico istituzionale con l’obiettivo di favorire un “cambio di passo” indispensabile per rilanciare il territorio nella sua complessità, eterogeneità e ricchezza. “La grande occasione persa è stata mancare la riforma che prevede l’elezione diretta del Sindaco Metropolitano”.
Bisogna recuperare gli esiti di scelte sbagliate quali l’uscita da parti importanti del sistema autostradale e lo schiacciamento sul fronte delle infrastrutture e della mobilità a posizioni fortemente Torino centriche.
Il mantenimento della partecipazione nella newco che sostituirà ATIUVA costituisce la base per avere voce in capitolo nel sistema delle concessioni autostradali e nel modello di gestione della tangenziale con relativi caselli.
Il sindaco di Collegno Francesco Casciano condivide la necessità di rendere la Città metropolitana un ente strategico, indipendente e responsabile “Sul fronte trasporti la situazione di GTT e del sistema di trasporto pubblico su ferro e gomma i comuni sono impegnati in battaglie solitarie per affermare l’importanza strategica di alcune esigenze. Modelli di mobilità che agevolano sharing e connessioni tra trasporto pubblico e privato vedono l’ente completamente assente – sottolinea – In queste scelte, nella capacità di fare sintesi territoriale e di agire nei confronti di Regione e di Agenzia Regionale si gioca una parte importante delle prospettive di sviluppo della mobilità. Per quanto riguarda la mobilità dolce non è detto che tutti si debba andare in bicicletta, ma serve aggredire quel 70 per cento di traffico veicolare che deve essere motivato a scegliere mezzi alternativi all’auto”.
Su questi temi bisogna passare da una dimensione prettamente autorizzativa ad una più propulsiva e di governance, associata in particolar modo alla situazione propria della qualità dell’aria del bacino padano e alle opportunità legate alle risorse del Recovery Fund.
Sul fronte dei rifiuti e della economia circolare manca una visione di sistema e la capacità di coordinare e mettere insieme consorzi ed aziende a partecipazione pubblica per favorire investimenti e la strutturazione di un sistema industriale del territorio metropolitano.
Scelte importanti compiute negli ultimi mesi suggeriscono di costruire progettualità e supporto ai comuni in ambito di risparmio energetico. Calore, pubblica illuminazione, efficientamento degli edifici pubblici possono essere parte di una strategia complessiva che vede la Città Metropolitana più protagonista.
Le competenze in materia di pianificazione territoriale e di sostegno allo sviluppo economico del territorio vanno armonizzate in un pensiero strategico, in parte raccolto nel piano recentemente approvato.
“Guardare al territorio in una logica di sviluppo, di crescita dell’occupazione comporta la messa in evidenza e il sostegno a sistemi territoriali omogenei che hanno sedimentato, talvolta in maniera casuale e disordinata, vocazione e filiere di rilievo nazionale e internazionale” ricorda ancora Roberto Montà.
Turismo, cultura, logistica, manifattura, poli di ricerca e innovazione associati al sistema universitario vanno messi in un disegno che guidi i comuni nella pianificazione territoriale e nello sviluppo locale, non lasciandoli soli nel pensare e immaginare in maniera autarchica programmi e progetti.
In ambito di istruzione e formazione professionale la prossima Amministrazione della Città Metropolitana vedrà i primi effetti del significativo del calo demografico, nonché la necessità di rivedere indirizzi, orientamento e curvature in funzione delle linee principali di sviluppo economico. Bisogna tenere insieme prospettive, contesto territoriale e disponibilità di risorse per una programmazione delle rete scolastica e dell’offerta formativa che tenga insieme edilizia, territorio e prospettive occupazionali.