Ieri il TAR Piemonte ha rigettato il ricorso proposto da tutte le minoranze consiliari che era finalizzato a sospendere l’efficacia della delibera di febbraio 2017, approvata dal M5S, che autorizzava Appendino a usare gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente nel Bilancio 2017. Dopo aver condotto una dura battaglia politica in commissione e in aula che ci ha visto numericamente soccombere, la delibera è stata approvata dalla maggioranza grillina.
Con le altre minoranze consiliari, alla luce del fatto che a nostro giudizio avevamo rilevato vizi nella procedura di approvazione, abbiamo ritenuto opportuno sollevare la questione al TAR Piemonte chiedendo l’annullamento della delibera. Il ricorso presentato, infatti, non entrava nel merito della questione dell’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente come qualcuno vuol far apparire, ma rilevava, a giudizio dei proponenti, alcune anomalie sulla procedura adottata durante l’iter in Consiglio Comunale. Il TAR si è espresso sulla procedura giudicandola invece regolare. Prendiamo atto della decisione del TAR e ovviamente la rispettiamo.
L’occasione ci è tuttavia utile per tornare sul merito.
La Sindaca Appendino ha redatto un Bilancio 2017 pieno di imprecisioni e di cifre palesemente farlocche. Per coprire il fatto che lei e la sua squadra non sono stati in grado di governare i conti dal momento del loro insediamento, in un disperato tentativo di salvare la faccia, ha deciso di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente del Comune. Una procedura conforme sì alla legge, ma potenzialmente molto pericolosa per la tenuta finanziaria della Città e da sempre sanzionata dalla Corte dei Conti. Grazie alla delibera che a questo punto il TAR ha confermato essere stata approvata dal M5S in maniera regolare, il Bilancio della Città di Appendino iscrive 47,8 milioni di euro da oneri di urbanizzazione da incassare nell’anno solare 2017 (1 gennaio-31 dicembre) e ne autorizza ben 36 per coprire la spesa fissa (corrente) del Comune. Di questi 36, oltre 24 milioni serviranno a pagare il contratto di servizio con IREN S.p.A. che costa al Comune 2 milioni al mese. Volete sapere quanto il Comune ha incassato di questi 47,8 milioni dal 1 gennaio ad oggi? Non lo leggerete in nessun documento, allora ve lo diciamo noi: 3,4 milioni. Tradotto vuol dire che se (e certamente capiterà) il Comune, nei prossimi otto mesi, non incasserà i rimanenti 44,4 milioni, verranno a essere generati buchi clamorosi che contribuiranno al dissesto finanziario dell’Ente. Non solo ma il mancato rispetto del pagamento della bolletta Iren, salvo correttivi a fine anno, si configurerà come debito fuori bilancio. E’ vero che Appendino ormai è esperta di costruzione di debiti fuori bilancio dopo la penosa gestione della vicenda Westinghouse della fine del 2016, ma continuiamo a ritenere giusto lottare affinché questa devastazione dei conti del Comune non avvenga. Per oltre 23 anni la Città è stata governata e ha realizzato la Metropolitana, le Olimpiadi, la Copertrura del Passante, decine e decine di interventi di trasformazione e investimenti senza mai trovarsi in una condizione finanziaria come quella in cui ci hanno trascinato 10 mesi di (non) governo di Appendino.
Quanto scritto a doverosa precisazione, a futura memoria, relativamente alle critiche politiche, anche legittime, sulla presentazione del ricorso al TAR. Tra qualche mese, quando quello che stiamo dicendo da settimane, si verificherà e il Comune di fatto si troverà in dissesto finanziario, di certo non ci si potrà accusare di non aver fatto tutto il possibile per evitarlo.
Scritto da Stefano Lo Russo, capogruppo Pd in consiglio comunale a Torino