di Andrea Doi
Il battesimo del rating non ha portato fortuna alla coppia Appendino-Rolando: dopo anni di conferma (dal 2014) del rating “BBB- con outlook stabile”, livello massimo per gli enti locali italiani in quanto “compressi” dal Rating dell’Italia pari anch’esso a BBB- che costituisce il limite verso l’alto, Stardars & poor’s abbassa l’outlook da stabile a “NEGATIVO” per il Comune di Torino.
L’outlook “indica le prospettive future di un rating”. Quando è «negativo» significa che il rating è debole: se i fattori di debolezza dovessero persistere o aggravarsi il rating potrebbe venire declassato. L’outlook guarda a un lasso di tempo lungo, solitamente due anni. Significa che l’agenzia di valutazione riscontra alcuni elementi di debolezza che potrebbero portare al declassamento.
L’ultima revisione del rating era avvenuta il 30 settembre 2016, già sotto l’amministrazione Appendino, ma evidentemente riferito al semestre precedente. Allora S&P aveva confermato la tripla B-, ma con Outlook sempre stabile.
Solo sei mesi dopo, evidentemente non convinti dalle prospettive del nuovo governo cittadino, ecco la notizia clamorosa: prospettive negative. Non è certo una bella notizia per l’amministrazione pentastellata. A luglio dell’anno scorso, all’inizio della legislatura intorno ai primi tentativi di creare un distinguo con l’amministrazione precedente, Appendino si era ben guardata dal comunicare la conferma del rating, nascondendo il rapporto (LEGGI QUI ARTICOLO).
Oggi, in piena bagarre per un bilancio improvvisato e raffazzonato e con la certezza che se le cose miglioreranno solo se arriverà il tesoretto di 61 milioni di IMU arretrata che Torino deve ricevere dal Governo, come aveva chiesto l’amministrazione Fassino, la notizia assume un significato chiaro: con la Appendino andrà sempre peggio.
Durissime le motivazioni dell’agenzia di rating: “The rating was constrained by Turin’s historically very high debt burden, less than adequate liquidity, and weak budgetary flexibility, since in our view Turin has basically depleted all its flexibility on taxes and tariffs. We also consider Turin’s financial management, economy, and contingent liabilities. We have observed that Turins’s liquidity situation has deteriorated beyond our previous forecast, and its debt is slighty higher than our previous forecast. Payments have been larger than we anticipated which has led to Turin’s stronger recourse to its liquidity line, thereby increasing of short-term debt and straining the city liquidity. We revised our outlook to negative from stable because we saw risks linked to possible further deterioration of liquidity if management fails to take countermeasures to address the reducing debt-service coverage ratio”.
Tradotto e in sintesi: “Abbiamo osservato che la situazione di liquidità di Torino si è deteriorata rispetto alla precedente valutazione, mentre il debito è leggermente superiore. Abbiamo modificato il nostro outlook da stabile a negativo perché abbiamo visto i rischi legati a un possibile ulteriore peggioramento della liquidità se l’amministrazione non riesce a prender le adeguate misure per ridurre il debito rimanente”.
Vano, dunque, il tentativo dell’assessore Rolando di scaricare, ancora una volta, la responsabilità sulla giunta precedente, che in serata dichiara agli organi di stampa: «Pesa la criticità di cassa, ormai strutturale, che abbiamo ereditato dalla passata giunta, avendo iniziato l’anno con un saldo negativo di Tesoreria pari a -273 milioni di euro. Questa amministrazione sta avviando, attraverso atti di riorganizzazione, tutte le procedure necessarie per rafforzare la capacità di riscossione dell’Ente. L’obiettivo ambizioso che ci siamo posti è di chiudere l’anno 2017 recuperando 50 milioni di euro sul disavanzo ereditato dal 2016».