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domenica, 9 Marzo 2025

“Una vita per il riformismo”. Dai radicali torinesi Pino de Michele (Alleanza dei democratici) racconta il suo impegno accanto e oltre i partiti

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

“Da giovanissimo ero affascinato dal mondo della chiesa, ma un bigliettino per una ragazza che mi trovarono nella tasca mise in fumo il mio percorso di possibile prete, ci fu poi l’incontro con i ragazzi del Manifesto, ma ben presto il mio pragmatismo si scontrò con visioni troppo sognatrici che non si sposavano con il mio spirito liberale e riformista, sempre attento al fattore umano prima che al partito di appartenenza”. E’ l’incipit con cui Pino de Michele, figura chiave della politica piemontese per il suo ruolo di “tessitore”, fondatore del consolidato laboratorio di confronto politico progressista chiamato “Alleanza dei democratici, ha introdotto un vivace e affollato incontro, presso la storica sede “Adelaide Aglietta” dei radicali torinesi,moderato dal portavoce Andrea Turi,  nel cuore antico di Torino in Via san Dalmazzo.  Un incontro per discutere il libro “Il centauro Chirone e la politica bogianen. Una vita per il riformismo”, in cui De Michele ripercorre una vicenda umana e politica che attraversa tutte le concitate fasi del riformismo italiano. L’autore, sollecitato dalla ex senatrice Magda Negri, ha subito sottolineato l’importanza del supporto solidale della famiglia nel suo percorso iniziale che lo ha portato da San Giorgio Lucano a Torino.  Il ruolo di tessitore De Michele lo ha sempre avuto proprio nel sangue. Già da ragazzo nel suo paese, di fronte ai continui litigi tra i suoi due migliori amici, figli di un democristiano e un comunista, così li ammoniva: “Noi siamo nati nel dopoguerra e dobbiamo superare queste diffidenze, questi contrasti”.  Ha poi precisato: “Mi sono sempre sentito un liberale ma non ho mai votato per il Pli che ritenevo troppo d’élite. Erano quelli anni (tra i 70 e 80) in cui in  politica chi bucava lo schermo della tv erano Almirante, Berlinguer e Pannella”.

De Michele ha poi ricordato di aver rinunciato a diverse opportunità per avere ruoli di rilievo nei partiti per le tante amicizie e per una riconosciuta correttezza – “Le ho sempre rifiutate in quanto, se fossi stato sponsorizzato da un pezzo grosso sarei poi rimasto legato come un servo,  così scelsi di continuare come imprenditore e in piena libertà”.  “La mia passione politica – ha aggiunto – è stata animata da entusiasmo, curiosità, con un approccio sempre aperto e mai settario, ma, quando non ho più riscontrato questi fattori, mi sono dedicato all’attività di imprenditore, riprendendo in modo attivo con la politica solo a 42 anni”.

 Ha poi precisato come non abbia mai amato l’impegno in un grande partito, pur riconoscendone l’importanza, “ero piuttosto colpito da chi cercava le grandi coalizioni come l’Ulivo, conoscendo e ammirando un grande uomo come Romano Prodi”.

Di Pietro, La margherita, l’impegno per l’Ulivo di Romano Prodi, ma, come ha sollecitato Magda Negri: “la passione di Pino è rimasta concentrata nel smuovere nuove energie civiche accanto e oltre i partiti”.

Nelle conclusioni Pino De Michele ha auspicato la nascita di un nuovo contenitore in grado di mettere insieme le varie esperienze civiche  presenti nel territorio, insieme a personalità del mondo della scienza, dell’ impresa, del mondo del lavoro, con  i piccoli partiti a partire dai cattolici popolari di Fioroni e quelli già presenti alle regionali del Piemonte e alle Europee (Stati Uniti d’ Europa). Un fronte che il tessitore vorrebbe estendere ai moderati di Magliano/ Portas, Azione di Calenda, Demos e Italia Viva.

Insomma una sorta di nuovo partito a destra del PD, utile alla coalizione, con un chiaro e snello programma di 5/6 punti che partono dalla lotta all’ evasione fiscale e all’abbattimento del debito pubblico. Questo per riportare al governo il centrosinistra.  La senatrice Magda Negri lo ha invece invitato ad entrare nel PD a fianco dei riformatori. Alle perplessità nel far convivere esperienze come Demos con i laici radicali e +Europa, De Michele ha citato un pensiero del   suo maestro politico Arturo Parisi, espresso ai tempi della conflittuale messa in campo dell’Ulivo con partiti molto rissosi: “Uniti dalla meta non divisi dalla provenienza”, concordando con il radicale Silvio Viale che aveva espresso i limiti di una coalizione sbilanciata troppo a sinistra.  Una non facile mission quella di unire tante piccole forze e tante anime del centro liberal progressista. Ma, come è noto, il ruolo di Pino è quello di andare oltre ai partiti e unire con un chiaro obiettivo: coinvolgere non solo sigle, ma energie, persone per una svolta governativa progressista profondamente europeista , oltre un bipolarismo muscolare. “I riformisti non sono solo a sinistra” è un punto chiave verso il quale è attento il De Michele pensiero.  

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