Il Tar del Piemonte ha annullato un provvedimento di espulsione, del 2015, della Questura di Torino, accogliendo il ricorso di una donna di origine somala condannata nel 2009 a cinque mesi e dieci giorni dal tribunale di Cuneo per violazione della legge sulla droga.
All’epoca dei fatti era stata trovata in possesso di un prodotto naturale, il Khat (catha edulus), definita dal Tar “un’insalata eccitante”, che fino al 2006 non risultava indicata negli elenchi messi a punto dal Ministero della Sanità per la compilazione delle tabelle dei prodotti proibiti, e la Corte costituzionale ha escluso la rilevanza. «Nel corso degli anni ha avuto una differente qualificazione da parte del legislatore», spiega il Tar Piemonte.
Il khat è molto utilizzato nei Paesi arabi e africani per reprimere gli stimoli della fame e sconfiggere il senso di affaticamento.
La donna ha spiegato di essere in Italia dal 1978, di lavorare regolarmente per il sostenimento della madre e dei fratelli e che integrata benissimo nel nostro Paese. «L’espulsione è stata una conseguenza automatica del reato, ma nel caso concreto – dicono i giudici – la pericolosità del soggetto non può essere dedotta automaticamente proprio perché il tipo di sostanza ha avuto una differente qualificazione anche da parte del legislatore».