8 C
Torino
lunedì, 10 Marzo 2025

Un convegno sulla comunicazione a Torino. Masia: “In Italia si investe poco e i risultati si vedono”

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Come cambia la comunicazione politica e, soprattutto, come viene interpretata dai soggetti che a vario titolo ne sono protagonisti o destinatari. Questo il tema del dibattito organizzato dall’Osservatorio permanente sulla comunicazione politica di Unicom a Torino. L’occasione è stata la presentazione dello studio sul tema da parte dei soggetti sopra menzionati. Uno studio che si è concentrato sull’analisi delle due principali sfere che si affacciano al mondo in questione: le agenzie, quelle che producono la comunicazione, e l’opinione pubblica che, diversamente, ne fruisce.

Al dibattito presenti Fabrizio Masia, direttore generale di Emg Acqua Group, e Giuseppe Tipaldo, docente in Comunicazione all’Università degli Studi di Torino. A moderare Bernardo Basilici Menini di Nuovasocietà.

«Il principale fattore che emerge dalle ricerche è una fortissima discrepanza nell’interpretare e valutare la comunicazione tra agenzie e opinione pubblica. – ha detto Fabrizio Masia – E questa lontananza coinvolge tutti gli ambiti che abbiamo vagliato: autocollocazione politica, atteggiamento verso la stessa, fonti di informazione, utilizzo del web. Quello che accomuna produttori e consumatori, invece, è un atteggiamento di diffidenza verso politici e giornalisti, con una grande considerazione rivolta invece ai tecnici». La comunicazione politica, ha proseguito Masia, stenta ad avere risultati forti in Italia anche per gli scarsi investimenti: «Sia per le rilevazioni sul gradimento, che per i sondaggi, che per le campagne elettorali nel nostro Paese si vuole spendere poco e fare la cose da soli. Poi non c’è da stupirsi se i risultati non sono assolutamente buoni».

Il social network più popolare, Facebook, è stato al centro dell’analisi di Giuseppe Tipaldo, che ha spiegato come «la sua strutturazione, nel tempo, sia completamente cambiata. Le stessa pagine, ad esempio quelle di partiti o esponenti politici, un tempo raccoglievano seguito attraverso i contenuti pubblicati, mentre adesso il loro successo è strettamente legato ai soldi spese per promuoverle». Proprio un’analisi più attenta di Facebook, inoltre, avrebbe permesso di prevedere la sconfitta di Fassino alle scorse amministrative, continua Tipaldo: «Chi ha analizzato le pagine dei candidati ha fatto grossi errori. Per determinare il network dei partiti si è andati a vedere i “mi piace” nelle varie pagine, contando spesso i doppioni e sovrastimando il seguito del Partito democratico, mentre la capacità del Movimento 5 Stelle era decisamente maggiore».

Dato il buon esito dell’incontro da Unicom fanno sapere che il dibattito potrebbe essere a breve replicato a Milano, per tornare poi a Torino in autunno in occasione della presentazione di una nuova ricerca.

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano